Accept, adapt and move on. Bastano tre parole a riassumere la filosofia di Annemiek van Vleuten, la ciclista più vincente dell'epoca moderna. Accetta, adattati e vai oltre. È questo il mantra che si è ripetuta la 40enne olandese dopo il volo in discesa ai Giochi Olimpici di Rio2016, che invece di mettere la parola fine alla sua strabiliante carriera ha rappresentato un nuovo inizio per quella che a tutti gli effetti si può definire la Cannibale del ciclismo femminile.
Nel 2021 all'appuntamento con i cinque cerchi di Tokyo2020 post pandemia si è rifatta portando a casa l'oro nella cronometro e l'argento nella prova in linea, nel 2022 ha dominato vincendo Giro d'Italia, Tour de France, Vuelta a España e la maglia iridata in palio a Wollongong2022 nella corsa regina, a cui prese il via incerottata e dolorante per via delle conseguenze della caduta di cui fu protagonista nella mixed relay.
Per questo suo ritorno da “padrona” ha meritato la nomination ai Laureus Sport Awards, nella categoria Comeback of the year, insieme al calciatore danese Christian Eriksen, al golfista americano Tiger Woods, al norvegese campione olimpico in carica dei 1.500 mt di atletica leggera Jakob Ingebrigtsen, al cestista americano Klay Thompson e al “nostro” Francesco Bagnaia, quarto pilota italiano nella storia a trionfare su una moto italiana (Ducati, ndr) nella classe regina del motomondiale, vale a dire la MotoGP.
«Essere candidata agli Oscar dello Sport è davvero un bel riconoscimento oltre che per me, anche per il ciclismo. 10 anni fa una ciclista donna non sarebbe mai stata presa in considerazione, anche se già allora eravamo atlete di tutto rispetto e sempre pronte a rialzarci dopo una caduta. Le donne sono resilienti per natura. Sono orgogliosa del percorso che mi ha permesso di arrivare fin qui e di quanto stia crescendo il ciclismo femminile» ci ha raccontato ieri in videochiamata dal Belgio, alla vigilia della Omloop Het Nieuwsblad.
«La scorsa stagione è stata incredibile, ho esaudito tutti i miei sogni sportivi ed è stata come un giro sulle montagne russe, proprio come tutta la mia carriera. A pensarci la categoria Comeback è proprio la mia (sorride, ndr). Sono affiancata a nomi importanti, per me è un orgoglio essere uno di questi. Ci si poteva aspettare più donne tra i candidati? Può darsi, ma siamo abituate a non mollare mai e anche se siamo per tanti aspetti ancora un passo indietro rispetto ai nostri colleghi uomini, il gap è sempre più piccolo» ha aggiunto la capitana del Team Movistar, all'ultima stagione di una carriera invidiabile.
Da dove arriva la sua forza? Annemiek non ha dubbi: è merito di mamma Ria e papà Ton. Quest'ultimo non è più fisicamente con lei ma le è vicino in ogni momento, anche simbolicamente con quegli orecchini che le ha regalato anni fa e lei, cascasse il mondo, porta sempre addosso. «Se ho superato tanti momenti difficili è perchè i miei genitori sono stati un modello di pensiero positivo – conferma. - Io ho imparato che quando succede un imprevisto e le cose non vanno come vorrei devo semplicemente accettare la situazione, adattarmi ad essa e andare avanti. Non ha senso soffermarcisi su e continuare a ripetersi “perchè mi sta succedendo questo?”. Quando sono caduta in Australia al via della staffetta mista tutti si interrogavano su cosa fosse successo alla mia catena e quanto mi fossi fatta male, io invece già pensavo alla prova su strada in cui avrei dato il massimo per aiutare Marianne Vos e per cercare di rivincere il titolo mondiale per l'Olanda. Spero di ispirare altre persone con il mio atteggiamento e queste tre semplici parole: Accept, adapt, move on».
E ancora: «Il mio obiettivo è ottenere il massimo ed essere ogni anno la versione migliore possibile di me stessa. Nel 2023 punto alle Classiche e al Tour de France. Non ho un goal specifico, ma in questa prima parte di stagione vorrei tornare a vincere la Strade Bianche (già sua nel 2019 e 2020, ndr), amo il finale nel cuore di Siena e correre in Italia in generale».
Annemiek assicura che resterà nel ciclismo anche una volta terminata la carriera agonistica, ma prima manda un avvertimento alle avversarie che nei prossimi mesi dovranno ancora fare i conti con lei: «Voglio godermi questo ultimo anno con il numero sulla schiena, senza farmi distrarre da altri progetti. Continuo ad allenarmi e a divertimi, a volte il mio allenatore dice che esagero, ma a me piace girare in bici così quando sono in Colombia per svolgere la preparazione invernale, o a Tenerife, dove volerò tra un paio di settimane, non stupitevi se mi vedrete pedalare per 6-7 ore. I sacrifici della vita da atleta non mi pesano e poi non mi sottopongo a limitazioni particolari. In fatto di dieta per esempio amo i carboidrati e non mi precludo nulla: assumo tutti i nutrimenti necessari per restare in salute e dare la benzina al mio corpo, che stresso tanto in allenamento, per crescere sempre più. Dal 2024 non so se sarò impegnata in tv come commentatrice, come allenatrice, mental coach o al fianco dei giovani, ma senz'altro continerò ad essere coinvolta dal mondo dello sport».
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