Sta cominciando a diventare complicato tenere il conto di tutti i talenti scandinavi che lancia la Uno-X. Tra i più cristallini c’è senza ombra di dubbio Søren Wærenskjold, che nell’arrivo di Abu Rakah nella terza tappa del Saudi Tour 2023 ha centrato la sua prima vittoria da professionista. Negli ultimi due anni ha vinto tre tappe al Tour de l’Avenir e, soprattutto, si è laureato campione del mondo a cronometro U23 nella rassegna di Wollongong, nella quale si è portato a casa anche una medaglia di bronzo nella prova in linea.
La vittoria in terra araba non è arrivata in maniera banale, un po’ perché lo strappo finale è stato affrontato a mille all’ora e un po’ perché nella volata ristretta ha battuto il coetaneo Jonathan Milan, a proposito di motori buoni, che ieri aveva anticipato in volata Dylan Groenewegen. «Ci siamo mossi bene come squadra, siamo stati dalla parte giusta della strada senza prendere troppo vento – racconta Wærenskjold, il cui primo successo arriva in uno scenario, quello del deserto saudita, lontano anni luce dai panorami con cui si allena in Norvegia -. In salita mi sono lasciato sfilare un attimino per restare coperto e due miei compagni mi hanno poi guidato al meglio nel finale, lanciandomi la volata alla grande. Tutto è andato perfettamente. Dopo il doppio quarto posto nelle prime due tappe è una vittoria che ci voleva e ora puntiamo a vincere anche le ultime due frazioni».
Classe 2000 di Mandal, 191 cm di potenza pura, il giovane norvegese ha cominciato ad andare in bicicletta che aveva 12 anni, ma a far sul serio ci ha pensato solamente dai 16 in poi. È amante dei motori, in particolare di macchine, go-kart e… moto d’acqua! «A casa ho un piccolo modello Yamaha Wave Blaster degli anni '90, bellissimo! Appena ho un po' di tempo mi ci dedico con grande passione».
Con la Uno-X è passato professionista nel 2021, alternando però appuntamenti coi grandi ad altri di categoria inferiore, mettendo spesso in mostra tutte le sue abilità. «In corse come queste la Uno-X dà modo ai giovani di mettersi alla prova, di provare a fare i capitani e di vincere. Personalmente avevo fatto bene tra gli junior e tra gli U23, ma tra i professionisti mi mancava ancora un risultato importante, e sono davvero contento sia arrivata questa prima vittoria».
In Europa è difficile trovare modelli più virtuosi di quello della Uno-X, che ormai da anni continua a lanciare giovani su giovani, uno più forte dell’altro. «Da quando sono qui in squadra c'è sempre una grande atmosfera e questo credo aiuti – spiega ancora Wærenskjold -. Siamo tutti norvegesi o danesi, la cultura è la stessa e la sintonia nell'ambiente viene da sé. I ragazzini ci guardano, vedono che c'è una squadra del loro paese che compete in giro per il mondo, e cominciano a sognare di diventare come noi. Poi credo sia anche una questione di generazioni, la Norvegia ne sta vivendo una ottima, così come è successo alla Danimarca negli anni di Mads Pedersen. Di certo, comunque, si lavora bene».
A breve termine Søren ha l’obiettivo di guadagnarsi un posto nel roster della Uno-X per il prossimo Tour de France, alla prima storica partecipazione alla Grande Boucle. «Credo di poter essere un buon apripista per Alexander Kristoff, ma devo riuscire a dimostrare di avere un buon recupero nelle corse di più giorni e continuare ad essere competitivo. Sicuramente la dirigenza non mi regala nulla, se voglio andare al Tour dovrò conquistarmi il posto».
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