Tra sabbia, tombe preservate, affioramenti di arenaria, dimore storiche e monumenti naturali e artificiali, il Saudi Tour è pronto a vivere la sua terza edizione da domani 30 gennaio a venerdì 3 febbraio. Organizzata da ASO, la corsa si svolgerà su 5 tappe disegnate nei dintorni di AlUla, una delle zone più affascinanti dell’Arabia Saudita, non solo per i suoi paesaggi unici, ma anche per la convivenza della storia di questo luogo, che conta 200 mila anni, con la volontà di portarla ad essere un punto di riferimento turistico in Medio Oriente. Scordatevi Dubai o Doha, AlUla ha pochi abitanti e nessun grattacielo, e il re Salman ha deciso che così dovrà restare, puntando ad una crescita turistica grazie all’esaltazione e preservazione dei suoi monumenti naturali.
Le 16 squadre partecipanti al Saudi Tour 2023 sono alloggiate in splendidi resort nel bel mezzo del deserto arabico, molti dei quali all’interno dell’area di Hegra, primo patrimonio dell’UNESCO dell’Arabia Saudita, accessibile solo con autorizzazione speciale, e noi di Tuttobiciweb saremo lì con loro, pronti a raccontare la corsa da insiders con approfondimenti e interviste ai protagonisti.
PERCORSO
Siamo nel deserto, di salite ce ne saranno ben poche – non c’è nemmeno la maglia di miglior scalatore - ma come sempre quando si arriva in Medio Oriente, occhio al vento, che a seconda della direzione in cui tira può essere il migliore amico o il peggior nemico dei corridori. La prima tappa partirà dall’Aeroporto Internazionale di AlUla e porterà i corridori a Khaybar, una suggestiva oasi naturale derivata dall’attività vulcanica del deserto, dopo 180 km pressoché tutti pianeggianti.
Lo stesso epilogo è previsto per la seconda tappa, che porterà il gruppo dal Winter Park di AlUla, dedicato al Re Abdulazziz, fino ai piedi delle rocce di arenaria di Shalal. 180 km totalmente piatti e un rettilineo finale di quasi 5 km che darà la possibilità ai treni di organizzarsi al meglio e ai velocisti di sfogare la loro cilindrata nello sprint finale su carreggiata larga.
Leggermente più insidiosa la terza tappa, che dalla stazione dei treni di AlUla andrà fino a Abu Rakah per 159 km. In particolare, occhio alla rampa finale che porta all’arrivo, 700 metri al 7% che potrebbero tagliare fuori i velocisti e dar modo agli scattisti di vincere la tappa, con il rischio di creare anche qualche piccolo buco tra i corridori che puntano alla classifica finale.
La tappa decisiva, da questo punto di vista, sarà la quarta, che da Maraya, un particolare “teatro” fatto solo di specchi e architettato dallo studio associato Giò Forma di Milano, posto all’interno di Hegra, andrà allo Skyviews del campo vulcanico di Harrat Uwaryd per 163 km. La salita finale, che verrà scollinata a 9 km dall’arrivo, misura 2,8 km e presenta una pendenza media del 12% con punte al 19%. Sarà praticamente l’unico strappo del Saudi Tour 2023, ma farà molto male, senza contare che in cima è previsto anche uno sprint per gli abbuoni, che in caso di classifica corta potrebbero risultare decisivi.
L’ultima frazione partirà dalla città antica di AlUla, in cui sorgono più di 900 case di mattoni di fango e il mercato locale, per terminare nuovamente alla “casa degli specchi” di Maraya dopo 143 km. Anche quest’ultima tappa sarà appannaggio degli sprinter.
(Altimetrie in copertina)
FAVORITI
Corrono non lontani dagli sponsor di casa, motivo per cui gli uomini della UAE Team Emirates proveranno a vendere cara la pelle con Felix Großschartner e Davide Formolo per cercare di portare a casa la maglia verde finale. Gli avversari non mancheranno, a partire da Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious), vincitore ad Abu Rakah l’anno scorso, e Ruben Guerreiro (Movistar). In ottica vittoria finale attenzione anche a Ruben Fernandez (Cofidis), Søren Wærenskjold (Uno-X), Felix Engelhardt (Team Jayco AlUla), Alessandro Fedeli (Q36.5) e Antonio Nibali (Astana Qazaqstan).
Ancor più serrata si preannuncia la lotta tra i velocisti, con il favoritissimo Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla), la cui squadra da quest’anno ha una partnership proprio con la città di AlUla, motivo in più per cercare di portare a casa qualche vittoria, che dovrà fare i conti con Pascal Ackermann (UAE Team Emirates), Max Kanter (Movistar), Matteo Malucelli (Bingoal WB), il trio Cofidis con Simone Consonni, Max Walscheid e Piet Allegaert, il trio Bahrain-Victorious con Jonathan Milan, Andrea Pasqualon e Dusan Rajovic, Casper Van Uden e John Degenkolb (Team DSM) e Sasha Weemaes (Human Powered Health).
Non mancheranno gli italiani visto che, oltre a quelli già citati, ci saranno Marco Tizza (Bingoal WB), Davide Martinelli (Astana Qazaqstan) e i ragazzi del Team Corratec con Nicolas Dalla Valle, Alessandro Iacchi, Samuele Zambelli e Giulio Masotto, questi due al vero e proprio esordio coi professionisti.
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