L’appuntamento è oramai una tradizione: le premiazioni del Comitato Provinciale di Bergamo della FCI. Chiara Consonni, 23 anni lo scorso 24 giugno, non manca mai. Bella, solare, sorridente e sempre disponibile, la talentuosa bergamasca di Brembate Sopra riesce ad ammaliare tutti ed è la miglior icona possibile per le ragazzine che stanno muovendo i primi passi nel mondo delle due ruote. Il 2022 appena messo alle spalle in maglia Valcar Travel&Service, è stato un altro anno importante per Chiara che sta emergendo ad alti livelli, ed è sempre più competitiva nelle corse internazionali.
Ogni anno ci ritroviamo e ogni anno aggiungi qualcosa di importante nel tuo palmares…
“E’ vero, sono convinta che ogni stagione riesco a dare qualcosa in più di quella precedente, riesco a crescere di anno in anno e sono contentissima. Nel 2023 mi aspetta una nuova avventura, approderò nel WorldTour con la UAE Team ADQ e spero di continuare nella mia crescita: l’obiettivo è di migliorarmi ogni anno”.
La vittoria più bella di questo 2022?
“Sicuramente il Mondiale su pista nell’inseguimento a squadre. E’ stata la ciliegina sulla torta dopo 5/6 anni passati ad allenarci in pista con le altre ragazze con l’obiettivo principale di conquistare la maglia iridata. Ce l’abbiamo fatta tutte assieme ed è stato ancora più emozionante”.
Ma anche nelle corse su strada hai lasciato il tuo bel segno…
“Sono contenta anche della stagione su strada. Ho vinto una tappa al Giro d’Italia e una "quasi grande" classica in Belgio (Dwars door Vlaanderen – A travers la Flandre, ndr) e altre corse (cinque in totale, ndr), come ho detto cerco di migliorarmi sempre e su strada so che ci sono ancora tante cose da perfezionare. Però, dai, sono positiva e soprattutto convinta”.
Quando si vince in pista e su strada, le emozioni sono le stesse?
“Direi di sì. In pista magari la vittoria è più condivisa visto dove ti stai muovendo, su strada dopo tutti i chilometri che passi in sella e in allenamento alla fine è sempre una grande emozione. Vincere è comunque un’emozione unica, magari diversa per le circostanze, ma resta sempre unica”.
Lo scorso anno avevi confessato che il Giro delle Fiandre con quell’atmosfera e con le tantissime persone che assistono, è la corsa più bella che c’è. Confermi o sei affascinata da un’altra gara?
“Più che il Fiandre adesso mi attira tantissimo la Parigi-Roubaix. E’ diventato uno dei miei obiettivi, vediamo cosa si può fare. Sono magari ancora un po’ troppo giovane, è una gara di così grande importanza, così dura e con tanti chilometri da mettere nelle gambe. Spero di prendere sempre più consapevolezza dei miei mezzi e di migliorarmi”.
Si dice che la Roubaix è una corsa unica che ammalia e rapisce, e col suo fascino fa superare la stanchezza. Sei d’accordo?
“Tutto vero. Quest’anno sono andata in crisi di fame sull’ultimo tratto di pavé, è stato bruttissimo ma comunque sono riuscita a superare il momento difficile e sono arrivata nelle prime trenta al traguardo (25a, ndr). Guardo al futuro e prendo quella prestazione e quel risultato come stimolo per fare meglio nella prossima edizione del 2023”.
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