Quella che era iniziata come una possibile stagione ricca di soddisfazioni per Matteo Malucelli, si è presto trasformata in un’annata di stress e nervi. Il 29enne romagnolo è infatti rimasto senza squadra a marzo, dopo le ben note vicende legate alla Gazprom-Rusvelo, trovandosi costretto a portare a termine la stagione correndo qua e là, a seconda delle possibilità che si presentavano, senza un calendario o una preparazione specifica. La Nazionale Italiana di Daniele Bennati ha provato a tenerlo tonico convocandolo a Giro di Sicilia e Adriatica Ionica Race, mentre per la parte finale di stagione l’ex Androni è dovuto scendere a livello Continental, con la China Glory, per aggiungere qualche giorno di gara in più al suo bagaglio annuale. Dal 2023 tornerà stabilmente in gruppo con la Bingoal Pauwels Sauces WB.
Matteo, quanto sei contento sia finita questa stagione?
«Ancora non sono entrato nel mood 2023, in realtà. Credo che riuscirò a lasciarmi alle spalle quest'annata solamente una volta cominciato il primo vero ritiro con la Bingoal, che sarà a Calpe a dicembre. Intanto settimana prossima andrò in Belgio qualche giorno per cominciare a conoscere ambiente, compagni ecc.».
Il ritiro invernale più desiderato di sempre?
«Eh la voglia in effetti è tanta. Quest'anno sono rimasto veramente troppo a casa, non ero più abituato. Non vedo l'ora di ripartire».
Cosa ti ha insegnato questo travagliato 2022?
«A non dare nulla per scontato. Prima magari ti ritrovavi a discutere sul calendario che non ti piaceva, sul ritiro troppo lungo o troppo corto, sull'albergo più o meno bello, e poi invece ti ritrovi in una situazione in cui devi far fatica e allenarti gratis, senza nessuna certezza sul futuro. A quel punto ti rendi conto che quelli che erano i problemi che avevi prima, in realtà non erano problemi. E un'altra cosa che ho capito è di cogliere tutte le opportunità che si presentano, perché non sai mai se c'è una prossima volta. Dare il massimo e cercare di fare il meglio possibile ad ogni corsa e ogni allenamento».
Ed eri partito davvero forte ad inizio stagione…
«Nonostante la stagione sia stata un po' mutilata, rimane una delle mie migliori di sempre. Un po' di rammarico per quelle che sarebbe potuto essere c'è, ma essendo le cause esterne non posso nemmeno dispiacermi troppo. Mi ero posto l'obiettivo di vincere 5 corse e trovare continuità: non sono riuscito a vincerne 5 perché ho corso troppo poco, ma la continuità credo di averla trovata, visto che ad ogni appuntamento mi son piazzato».
Due vittorie, al Tour of Antalya e al Giro di Sicilia, da aggiungere al curriculum.
«Sì, anche se i risultati che mi hanno dato maggiore risalto sono stati i piazzamenti all'UAE Tour contro i migliori velocisti del mondo. La vittoria in Sicilia, invece, è stata particolarmente simbolica, perché arrivata con la maglia della Nazionale insieme ai miei compagni della Gazprom rimasti senza contratto. In quei mesi abbiamo dimostrato di avere grande carattere, rimanendo uniti nei momenti più complicati».
Sei rimasto in contatto coi tuoi compagni d’avventura?
«Con Nicola Conci, Giovanni Carboni e Christian Scaroni, che hanno corso con me il Giro di Sicilia, siamo rimasti molto uniti, mentre con gli altri ci sentiamo un po' meno spesso».
Come è nata la possibilità di correre gli ultimi mesi della stagione con la China Glory?
«Avevo bisogno di correre e mi ero messo in testa di trovare una squadra entro giugno per provare a portare a termine la stagione. Alla fine tra un passaparola e l'altro il mio procuratore Moreno Nicoletti è entrato in contatto con la China Glory e con loro ci siamo accordati. Un passo indietro per farne due in avanti».
Che esperienza è stata?
«Innanzitutto, ho ripreso in mano l'inglese, che mi servirà anche l'anno prossimo alla Bingoal. Sul lato tecnico sapevo che non sarebbe stato facile, perché in gruppo se hai una maglia cinese addosso non è proprio semplice farsi valere».
Cosa intendi?
«In generale è un discorso che vale per tutte le formazioni Continental, in gruppo sei l'ultima ruota del carro, e con una maglia cinese ancora di più. Ciò che faresti con una squadra WorldTour difficilmente puoi farlo con una Continental, perché vieni visto con un occhio diverso, sei ritenuto inferiore. Quindi impostare bene una volata è complicato, prendere una salita davanti è complicato, è tutto più complicato. Esempio: nell'impostazione di una volata se prendo la ruota di un velocista buono con la maglia della Gazprom o dell'Italia non ho troppi problemi a mantenerla, se la prendo con la maglia della China Glory sono il primo ad essere preso a spallate dagli altri sprinter. È una cosa del tutto normale, ma ogni tanto bisogna pensare che i ragazzi delle Continental hanno lo stesso diritto di essere lì di un WorldTour, in più vengono pagati meno e probabilmente fanno più fatica perché meno dotati».
Ma poi è arrivata la Bingoal.
«Firmare il contratto è stata una bella liberazione, perché arrivavo da tanti, troppi, mesi di incertezza. Marco Tizza mi ha parlato di un bell' ambiente, che si sta aprendo molto all'Italia, visto che ha anche alcuni partner tecnici come De Rosa. Sto pian piano tornando ad avere una normale routine e non vedo l'ora di avere anche tutti i materiali, visto che quest'anno tra una cosa e l'altra avrò cambiato 5-6 biciclette».
Con che prospettive parti per il 2023?
«Nessun obiettivo particolare, sarà già bello tornare ad avere un calendario di corse normale. Quest'anno ero partito forte quindi ricalcherò lo stesso avvicinamento in termini di preparazione e allenamenti. Non vedo l'ora!».
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