BLABLABIKE, SPADA: «IL CICLISMO DÀ BELLA VISIBILITÀ, MA MOLTE AZIENDE SONO SCETTICHE»

TUTTOBICI | 22/10/2022 | 08:20
di Nicolò Vallone

In occasione del Dinamo Travel Cycling Camp di Jesolo, una tre giorni di allenamento e "aggiornamento" a 360° in cui abbiamo potuto vivere al fianco dei professionisti Eolo Kometa, Giulia De Maio ha intervistato Luca Spada, fondatore sia di Eolo che di Dinamo. Il main sponsor della squadra di Basso e Contador ci spiega nel dettaglio che cos'è il progetto Dinamo, come e perché è nato e quali sono i suoi valori: dall'importanza della corretta alimentazione durante l'attività ciclistica fino alla serenità dei dipendenti. La chiosa invece è per la crisi del ciclismo professionistico italiano: c'è troppo scetticismo tra le aziende, ci vogliono i giusti endorsement per attrarre investimenti.


Oltre a Spada, protagonisti della puntata 136 di BlaBlaBike sono Andrea Pasqualon, Ivan Basso, Davide Rebellin ed Esteban Chaves


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COMMENTI
Le aziende sono scettiche ....
22 ottobre 2022 15:51 italia
Volevo fare un pò di riposo dai miei “post pistolotti”, ma vedendo questo articolo non riesco a trattenermi.
Le aziende sono scettiche . è logico e naturale: il ciclismo viene visto come lo sport dei dopati per cui è naturale, logico, evidente che sono pochissime quelle che vogliono investire nel ciclismo ( investono soltanto le aziende i cui titolari sono appassionati di questo sport). In altri sport non esiste il doping ? No c’è pure di peggio, di moltissimo enormemente peggio (operazione Puerto con il dr Fuentes docet), soltanto che sono sport di regime oppure portati chi comanda e sono rette da dirigenti scaltri non da …..
Il mio pensiero è questo: di fronte al doping mentre nel ciclismo si fanno controlli pazzeschi, al limite della sopportazione umana con cui i si compiacciono i dirigenti di questo sport anche a livello internazionale; costoro , secondo me hanno la testa ferma agli anni sessanta quando la maggior parte della popolazione zappava la dura terra è l’onesta era un valore universale; per cui vigeva un modo di ragionare per cui “se tu eri incolpato di qualcosa mettevi in opera tutti i controlli, atteggiamenti possibili per evitare di essere incolpato”; tradotto vuol dire che negli anni duemila e rotti se tu sei incolpato di doping fai tutti i controlli possibili ed inimmaginabili per non farti incolpare: risultato troverai sempre qualcuno che prenderà una scemenza (dato che tutto è doping) e i massmedia, vedendo questo sport non protetto da nessuno ci si buttano a capofitto. Risultato finale: nessuno investe nel ciclismo e questo sport si trova in forte difficoltà a livello sportivo, nonostante l’enorme e sempre crescenti numero di praticanti ( Italia è un paese di santi, poeti, navigarori e .. cicloamatori) e la congiuntura favorevole per il suo sviluppo (ambiente, eco sostenibilità….)
Risolvere questa problematica è di una semplicità enorme: NEL CICLISMO SI FACCIANO GLI STESSI CONTROLLI ANTIDOPING CHE SI FANNO NEL CALCIO E NEI SPORT DEI MOTORI ( DATO CHE AD ES.LA GAZZETTA DI 45 PAGINE 35 SONO DEDICATE AL CALCIO E 4 AI MOTORI); ESSERE ONESTI VA BENE, SE TUTTI GLI ALTRI SONO ONESTI: PASSARE PER FESSI, PER COGLIONI NO.
MI DITE COSA C’E’ DI SBAGLIATO, COSA OSTA METTERE IN PRATICA N QUESTA MIA ASSERZIONE !!
PS
Una notissima squadra italiana circa 15 anni fa, subì un controllo antidoping e risultò che furono trovate centinaia prodotti vietati: tutto sotto silenzio, qualche notiziola .
Durante l’operazione Puerto in Spagna trapelò che una famosa squadra iberica portava in campo i giocatori con 75-80 di ematocrito. Tutti zitti e omertosi (poi dicono che in Italia c’è la mafia).
Ho fatto queste due esempi affinchè se qualcuno incolpa il ciclismo di essere lo sport dei dopati si PUÒ RISPONDERE, COME FACCIO IO CON GLI INTERCOLUTORI OCCASIONALI, dicendo che nel ciclismo c’è meno doping degli altri sport ( Riis con 56 vinse un Tour, Pantani con controllo farlocco con 51 fu espulso dal Giro; alcuni giocatori con 80 sono osannati e uno sembra che prendeva gli ormoni della crescità perché è alto circa 1,70); questi sport sono protetti da chi comanda e i controlli antidoping esistono … sulla carta o in prevalenza sono quelli degli anni 60 e non come quelli del ciclismo; i dirigenti di questi sport vogliono bene al loro sport, lo proteggono e non ragionano con mentalità arcaiche.
Ulteriormente interloquisco anche con questa iperbolica, dissacrante frase; se nel ciclismo gli atleti corressero con i valori tipici di squadre o atleti di altri superosannati, andrebbero ad una velocità tale che potrebbero gareggiare con i piloti di Moto Gran Premio!!
Dovete vedere la faccia dei miei interlocutori ! E’ come se qualcuno dicesse ad un fedele che la loro religione professata non è vera.
Scusate lo sfogo , ma invito a chi legge, se lo ritiene opportuno, di interloquire con soggetti che con malcelata soddisfazione apostrofano il ciclismo di sport dei dopati, come sopraindicato.
Comunque questa è la mia opinione, non è la verità assoluta, se qualcuno non è d’accordo può controdedurla in maniera motivata.
Saluti


Doping
22 ottobre 2022 20:45 gaspy
Tutto vero!! Ben detto, in più in TV siamo rimasti hai tempi di De Zan!!! Chi non crede legga il libro di Ferruccio Mazzola " il terzo incomodo" lo trovate in biblioteca!!!!

Questione doping ormai superata
22 ottobre 2022 20:53 lupin3
Io non credo che sia questo il motivo, anche se indubbiamente in Italia le vicende degli anni 90 e 2000 hanno lasciato piu ferite e un immaginario collettivo distorto. Attualmente credo che la poca visibilità del ciclismo e il fisco siano i due deterrenti principali

Caro Spada
24 ottobre 2022 18:37 Carbonio67
Caro Spada, visto i vostri risultati annuali mi interrogherei.

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