“Il grande Guerra” (bel titolo, vero?, modestamente mio) era un’affettuosa richiesta dei nipoti della Locomotiva Umana (Learco e Carlo), una mezza promessa di Claudio Gregori e mia, infine un progetto dell’editore Mulatero per la collana della rivista “alvento” diretta da Gino Cervi. A quel punto la divisione dei compiti fra Claudio e me, e il coordinamento e la regia, con un prezioso lavoro di montaggio, di Gino.
Molti più libri su Binda che su Guerra: questo bisogna dirlo. Anche molti più libri su Binda che su Girardengo: questo bisogna aggiungerlo. Eppure Girardengo e Guerra erano più amati di Binda forse perché più diretti, più passionali, più popolari. Ma forse proprio per questo, Binda aveva il fascino del personaggio, possedeva l’energia di una stella. Un giorno scrissi un lungo articolo su di lui, prima di pubblicarlo glielo feci leggere, lui me lo rese corredato di correzioni, ma anche di qualche smentita. Quel dattiloscritto lo conservo con gelosia e orgoglio.
Invece, Guerra, mai conosciuto di persona. Il “mio” Guerra è dunque quello di sacri testi (da Vincenzo Baggioli a Renzo Dall’Ara), pezzi d’autore (da Mario Fossati a Gianni Brera), approfondite ricerche (Silvio Trazzi su San Nicolò Po), articoli fondamentali (Orio Vergani, soprattutto). Il “mio” Guerra è quello di ricordi, testimonianze, citazioni, che con il tempo – e senza riscontri, senza correzioni o smentite come mi accadde con Binda - possono trasformarsi in miti, leggende, storia, la sua storia e la nostra storia. Il “mio” Guerra è quello della sua mantovanità, della sua semplicità, della sua potenza. Il “mio” Guerra è anche quello delle fotografie che su “Il grande Guerra”, a parte la prima e la quarta di copertina, non ci sono. Forse perché ci possano essere un’altra volta, la prossima volta, con tutto le pagine che meritano. Il “mio” Guerra è anche un’antica foto tipo cartolina, autografata, ereditata da mio padre, il cui padre era mantovano. Una reliquia che mi ha regalato l’emozione di un giro di ruota quasi secolare.
E adesso Guerra deve rivivere. I libri, se non lanciati dalla tv, se non supportati dalla pubblicità, se non sostenuti dalle recensioni, se non distribuiti ed esposti, scompaiono, spariscono, muoiono. E allora cercheremo festival, risponderemo a inviti, parteciperemo a cene, organizzeremo occasioni. A Milano – questa si conosce già – giovedì 10 novembre al Palazzo della Regione, alle 18.30, prima il documentario “Learco, la Locomotiva Umana”, diretto da Jacopo Pietrucci per MC5 Media, poi il nostro libro. Ingresso libero. Ospiti a sorpresa. Grazie.
(fine della terza puntata – fine; le precedenti puntate sono state pubblicate il 14 e il 15 ottobre 2022)
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