Il ciclismo oggi ha salutato due grandi corridori: Alejandro Valverde e Vincenzo Nibali. Quella di Valverde è stata una carriera straordinaria fatta di 21 anni di professionismo in cui ha conquistato 133 vittorie.
El Bala anche oggi è stato tra i migliori anche se sembra incredibile che un corridore di 42 anni oggi sia arrivato sesto al Giro di Lombardia vinto da Pogacar. Tanti gli abbracci tra Valverde e i suoi compagni di squadra, tanta la commozione, in particolare quando, dopo il traguardo Mas è andato ad abbracciare quello che ha definito come un padre. «Mi sento molto fortunato perché nel suo ultimo giorno da corridore Valverde ha corso per me – ha detto un emozionato Mas - Questo la dice lunga su di lui. Per me resterà sempre come un padre nel mondo del ciclismo perché mi ha sempre aiutato».
Valverde, anche se emozionato, è riuscito a mantenere il sorriso sul volto e solo quando in zona mista sono arrivati sua moglie e i suoi figli lo spagnolo si è commosso. Resterà così l’immagine di Valverde che con la bici si dirige verso il pullman tenendo in braccio la figlia più piccola e scortato dal resto della famiglia. Cinque sono i figli di Alejandro Valverde e oggi ognuno di loro, ha indossato una maglia da ciclista, di quelle che hanno caratterizzato la carriera del papà. «Mi sento felice – ha detto Valverde –. E’ la fine del sogno. Sono stati 10 giorni incredibilmente belli in Italia. E sono stato felice di aver lavorato per Mas qui oggi. Doveva stare con Pogacar al Civiglio e così ha fatto. Io dovevo controllare qui avversari e sono riuscito ad arrivare sesto».
Se la Spagna oggi ha salutato Valverde, ha capito però che Eric Mas, può essere il suo degno erede. «Non so che posto occupo nel mondo del ciclismo, ma non voglio mettermi su un altare. Mi considero un grande ciclista che ha ottenuto molti successi e quando guardo indietro nella classifica dei vincitori sono stupito e anche molto soddisfatto».
Il murciano a 42 è uno dei corridori migliori del World Tour, ma ha deciso di fermarsi, perché ha fatto il suo tempo e ha deciso di scendere dalla bici, quando sapeva di essere ancora forte. «La mia forma fisica ora che smetterò di correre non è peggiore di cinque o 10 anni fa. È la stessa, con rivali diversi e io sono sempre stato lì a farli soffrire. La mia carriera non è stata sempre bella, lo sanno tutti, ma oggi finisco con la gioia nel cuore e questa per me, è la cosa più importante».
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