Sono giorni concitati, diciamo pure settimane e mesi. C’è da sistemare un po’ di cose, c’è da rilanciare un progetto importante e ambizioso che rischia di fermarsi dopo 26 anni di onorato servizio (la Glacial Selle Italia è del 1996, ndr). «Stiamo lavorando con grande impegno, ma non possiamo nascondere che siamo alle prese con una serie di problemi che speriamo di poter risolvere in tempo», dice a tuttobiciweb Gianni Savio, team manager di lunghissimo corso della Drone Hopper Androni Giocattoli Sidermec.
Ma da dove nascono le difficoltà? Quali sono le criticità da sistemare? «La Drone Hopper è una start up giovane e ambiziosa, guidata da persone serie e coscienziose, ma il suo progetto, putroppo, non è ancora del tutto decollato – spiega Savio -. Purtroppo ci sono dei ritardi nei pagamenti e per poter andare avanti – nonostante all’Uci sia depositato un contratto di quattro anni -, abbiamo bisogno di precise garanzie che al momento non ci sono. Se mi fa la domanda: nel 2023 la Drone Hopper ci sarà? La mia risposta è semplicemente forse. Non è detto».
Non è un mistero che il team manager da tempo abbia lasciato liberi tutti i corridori. Se ci sono offerte, accettale! Questa è la sintesi del suo discorso, franco e corretto. «Ma è altrettanto vero – aggiunge quello che da sempre viene chiamato nel mondo del ciclismo il Principe, per la sua innegabile signorilità – che i pagamenti di quest’anno ci sono tutti. Quindi, no problem fino alla fine della stagione».
Come sempre e più di sempre, uno degli angeli custodi di questo team è un autentico innamorato del ciclismo, un imprenditore che ha sempre guardato al ciclismo con amore. «Senza il sostegno di Pino Buda, che per tutti è il signor Sidermec (nella foto Bettini con Gianni Savio, ndr), ma anche di Mario Androni, altro grande innamorato delle due ruote, avremmo avuto più di un problema».
Giovedì la Drone Hopper-Androni sarà regolarmente al via della Coppa Agostoni. Per Savio, però, la gara più difficile è quella di trovare le risorse necessarie per allestire la squadra 2023. Il nostro movimento rischia seriamente di perdere un altro tassello del piccolo mosaico azzurro. Invece di trovare una squadra di World Tour, rischiamo di perdere un vivaio che negli ultimi dieci anni ha saputo portare nel massimo circuito internazionale – il World Tour – corridori del calibro di Egan Bernal e Ivan Sosa, Fausto Masnada e Mattia Cattaneo, Davide Ballerini e Andrea Vendrame, Simon Pellaud e Andrea Piccolo, fino a Jefferson Cepeda e Natnael Tesfazion. C’è chi dice che certe formazioni sono semplicemente inutili, noi non lo crediamo affatto.