Tadej Pogačar era considerato uno dei favoriti assoluti per vincere il Mondiale australiano ma qualcosa non ha funzionato e lo sloveno, con l’amaro in bocca, ha chiuso in diciannovesima posizione. Tadej in questa corsa cercava il riscatto dopo un Tour de France in parte deludente e in Australia si è dovuto accontentare di un posto lontano dal podio. Nella formazione slovena il migliore è stato Jan Tratnik, che ha chiuso al sesto posto, dopo un finale combattutissimo.
«Alla fine siamo rimasti a mani vuote – ha detto Tadej Pogačar a fine corsa -. Non sapevo nemmeno per quale posto stavamo correndo, pensavo fosse per un posto molto più indietro».
Anche il campione sloveno, come altri corridori ha spiegato che la situazione in corsa era molto confusa e che senza radioline era impossibile capire se si stava correndo per la medaglia o per un posto in mezzo al gruppo. Lo stesso Tratnik, che ha segnato il miglior risultato per la Slovenia, ha ammesso che in corsa c’era troppa confusione nel finale e che per questo era difficile capire in che posizione era.
Pogačar a fine corsa era visibilmente deluso, perché in Australia era venuto per vincere. «E’ stata una gara molto caotica. Non sapevamo nemmeno dove fosse Jan e poi all'improvviso l'ho visto davanti a me sul traguardo. Purtroppo non abbiamo ottenuto nessun risultato, è stata una gara molto strana. Forse dovevo stare vicino a Jan, ma alla fine ho pensato che sarebbe stato meglio averlo davanti. Solo dopo ho capito che avremmo avuto più possibilità se fossi stato più vicino anche io. E’ difficile correre senza radioline quando c’è così caos in corsa».
Tadej Pogačar era pronto per questo Mondiale e lo aveva dimostrato in Canada, dove ha conquistato il gradino più alto del podio a Montreal davanti a Van Aert e Bagioli. In Australia lo sloveno è arrivato diciannovesimo e non era questo il risultato che voleva.
«La forma era buona, ma il risultato non è stato quello che cercavo. Le gambe per questo fine di stagione andavano molto bene, ma è inutile negare la nostra delusione. Jan probabilmente è ancora più deluso di me perché era molto vicino alla medaglia. Anche io sono amareggiato, perché non ero dove dovevo essere e perché non sono scattato per andare a prendere almeno una medaglia. E’ andata così e non possiamo farci niente».