È stato l'argomento del mese, il mese scorso, sia sui social che sul web. È stato il personaggio più chiacchierato e discusso del mese, per la sua prestazione “monstre” alla Maratona delle Dolomiti. Il personaggio più conosciuto e inviso dai pedalatori della domenica e non solo, ma oggi è finto addirittura in prima pagina sul Corriere della Sera a firma Marco Bonarrigo, che sull'argomento ci è tornato con una inchiesta.
«Domenica 3 luglio — racconta Stagni a Bonarrigo — ho vinto la Maratona delle Dolomiti, che per noi ciclisti è come New York per i podisti. All’arrivo ho pianto, mangiato, festeggiato e poi dormito dieci ore di fila. Al risveglio, il mio telefono si è bloccato per i troppi messaggi: alcuni erano di complimenti, la maggior parte di insulti. Sono rimasto tramortito».
A questo punto Bonarrigo riavvolge il nastro, ritorna per un attimo indietro nel tempo, per spiegare quello che è accaduto alla Maratona Dles Dolomites, la corsa che si snoda tra Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena e Giau. Quello che Bonarrigo racconta è anche la posizione di Strava (il Facebook dello sport dove postano allenamenti e gare 76 milioni di atleti, tra cui i re del Tour de France Pogacar & Vingegaard) ha rifiutato di certificare la sua prestazione, fatto più unico che raro. «Le performance di questo atleta — spiegano senza fornire dettagli dalla Silicon Valley — sono ritenute improbabili dal sistema e dagli utenti». I commenti in Rete sono feroci e dettagliati: i tempi di scalata sui grandi passi dolomitici sono surreali, Stagni aveva un motorino nella bici e ha barato violando una manifestazione sacra. Ha ingannato tutti fuori dall’occhio delle telecamere sfruttando i tratti di raccordo tra una salita e l’altra, tra Cernadoi e il Giau e tra il Giau e il Falzarego, quando il gruppo dei migliori l’aveva inesorabilmente staccato. Ma ha barato anche in diretta tv.
Restano due misteri, si chiede sempre l'estensore dell'articolo. Perché il file rilevato dal computer dell’atleta, che potrebbe chiarire ogni dubbio, è rifiutato da Strava? È stato forse taroccato? «Hanno ricevuto 600 segnalazioni di irregolarità — spiega Stagni — e l’hanno bloccato di default. È un attacco di haters, di colleghi invidiosi. Ho scritto inutilmente a Strava per chiarire la mia posizione, il file originale è a disposizione degli scettici». E, poi: chi ha fatto sparire dal rettilineo d’arrivo la bici «sospetta» mentre Stagni veniva intervistato dalla Rai? «Ad aprile — si giustifica il vincitore — ho subito un furto dopo una corsa. La bici, che a Corvara avevo perso di vista, è stata messa al sicuro: se gli organizzatori me l’avessero chiesta l’avrei fatta esaminare».