Una lezione. Avranno modo di rifletterci, i ragazzi – età 15 o 16 anni – della squadra Allievi dell’Emilia-Romagna che la scorsa settimana hanno danneggiato gli spogliatoi del velodromo di Forlì. Appurate le loro bravate, che hanno lasciato tracce sui telefonini, sono stati sospesi: niente gare.
Certo, una lezione piuttosto dura per chi è rimasto coinvolto suo malgrado: ma lo sport deve avere l’obiettivo di crescere ragazzi che diventeranno uomini e non pensare al solo risultato sportivo. Dunque meglio rinunciare a una medaglia oggi ma puntare ad avere uomini migliori domani. Ieri pomeriggio, con un comunicato a firma del presidente regionale della Federciclismo, Alessandro Spada, la Federazione dell’Emilia Romagna ha comunicato di avere deciso di cancellare la partecipazione della squadra maschile Allievi dai campionati italiani su pista di categoria, iniziati ieri a Dalmine, in provincia di Bergamo. Motivo? Quei ragazzi, i migliori talenti della nostra regione, si erano ripresi mentre vandalizzavano gli spogliatoi della storica struttura cittadina.
«La decisione maturata in seno alla riunione intercorsa con le società – si legge nel comunicato stesso – previa analisi e valutazione del materiale emerso, è la conseguenza degli atti vandalici avvenuti per mano della maggior parte degli atleti Allievi verso la struttura del Velodromo Servadei di Forlì in occasione del collegiale del 25 e 26 luglio scorso». Per riassumere i fatti, la selezione regionale Allievi – una decina di ragazzi in tutto – ha dormito nella foresteria del Velodromo la sera del 25 luglio, per partecipare alla ‘due giorni’ di allenamenti che avrebbero dovuto rifinire la squadra in vista degli imminenti Campionati Italiani. Invece niente.
Stop ormai alla vigilia dell’evento, perché sono stati tenuti comportamenti poco consoni: è stato rotto il vetro di una porta interna, si è tentato di aprire porte chiuse a chiave e sono state lanciate sedie contro i muri. Il tutto, secondo l’uso dei più giovani, colpevolmente filmato con gli smartphone e diffuso rapidamente tra gli amici. Come se fosse un’impresa di cui vantarsi. I danni non sono certo irreparabili, tanto che il Comune di Forlì non risulta coinvolto. Ma è il gesto che conta.
Anche se ora il video è stato rimosso, quando è arrivato ad occhi più adulti non è più passato sotto silenzio e la storia si è diffusa. «È stata una decisione molto sofferta – spiega in prima persona il presidente regionale della Federciclismo, il cesenaticense Alessandro Spada – e prima di prenderla in maniera definitiva, assieme al Consiglio, sono salito in bici e ho percorso 40 chilometri. Ma abbiamo visto un video che ci ha fatto capire come dobbiamo far comprendere meglio possibile il rispetto di cose e persone che la Federazione mette a disposizione».
Insomma, il video è stato determinante. Nessun dietrofront, nella convinzione che sia la decisione migliore per il bene dei ragazzi: «È chiaro che, come a volte capita a scuola, le colpe di qualcuno ricadono su tutti, anche su coloro che non hanno fatto nulla. Ma spero sia una lezione di vita importante per far di loro uomini migliori in futuro. Se hanno il talento che immaginiamo, questi atleti avranno tante altre occasioni per mettersi in mostra e vincere titoli: come comitato regionale abbiamo rinunciato ad alcune medaglie per un insegnamento che per noi è fondamentale». Trattandosi di una decisione dal valore educativo, un pensiero va alle famiglie: «Spero che anche i genitori di questo gruppo di ragazzi possa essere d’accordo con noi e con la nostra decisione».
Naturalmente è colpito anche il nuovo presidente del Consorzio delle società ciclistiche locali, che gestisce il velodromo intitolato a Glauco Servadei: «Sono sicuramente ragazzi molto giovani – spiega Fausto Tardozzi – però certi limiti sarebbe meglio non oltrepassarli mai. I danni verranno rimborsati ma, per quanto io possa pensare che le ragazzate si facciano, la troppa esuberanza giovanile non va bene anche perché non si deve essere irriguardosi nei confronti di una struttura che ti ospita».
Ugo Bentivogli per il Resto del Carlino