Quando ancora non si sono spente le luci nel Velodromo Nazionale di Anadia possiamo stilare un bilancio di questa edizione dei Campionati Europei Pista juniores e under 23. Da questo angolo di Europa, affacciato sull’Atlantico e che guarda al mondo forte di una tradizione cosmopolita propria della cultura lusitana, arriva un messaggio chiaro dal movimento ciclistico italiano, rivolto al mondo sportivo e soprattutto a coloro che in questi giorni si sono affannati a descrivere il pedale italico in crisi.
Il ciclismo italiano giovanile gode di ottima salute e ha sbancato questa edizione degli Europei, con numeri che non ammettono repliche: primo posto nel medagliere per titoli conquistati, 23 medaglie vinte, di cui 16 d'oro, 8 dal settore velocità, tre record italiani ritoccati, più della metà degli atleti presenti in Portogallo che sono andati a medaglia.
Vi sono state, nel passato recente degli Europei, altre edizioni in cui l’Italia ha chiuso al primo posto del medagliere (Anadia 2017), allora con 14 medaglie di cui 10 ori. Ma in quell’edizione la sproporzione tra settore maschile e femminile era evidente (9 dalle donne e 1 dagli uomini). Il medagliere di questa edizione ci racconta invece di una Nazionale che raccoglie nove titoli tra gli uomini e sette tra le donne, un equilibrio che si evince anche dall’alto numero di atleti azzurri laureatisi campioni europei.
Certo, mancava un paese importante come la Russia, ma in Portogallo si sono presentate (e con grande dispiegamento di forze) tutte le nazioni di riferimento, dalla Germania, alla Francia, dall’Olanda al Belgio. Il valore tecnico dei risultati raccolti dagli azzurri si evince poi dai riscontri cronometrici, tutti di assoluto livello.
SETTORE VELOCITA’ – Fondamentale per il primo posto nel medagliere il contributo del settore velocità: sei medaglie, di cui quattro ori, e sei atleti sul podio. Il rilancio del settore, voluto dalla nuova governance federale, qui in Portogallo lancia il suo primo chiaro segnale. Ivan Quaranta in soli sei mesi ha raccolto le tante risorse umane sparse sul territorio e dato una guida tecnica sicura, in grado di affrontare le gare con convinzione e sicurezza: “Certo – dice il tecnico azzurro – ci vogliono atleti di valore e devo dire che i ragazzi a disposizione in alcuni casi sono di primo livello. Abbiamo messo insieme un bel gruppo di talenti, pescando anche in altre discipline, come nel caso del BMX”. Proprio la presenza di Matteo Tugnolo, sul podio nel Team Sprint, proveniente dal fuoristrada, rappresenta il senso del nuovo corso tecnico concretizzatosi nella piena collaborazione tra lo stesso Quaranta (velocità), Bragato (performance) e Lupi (bmx).
INSEGUIMENTO DOMINANTE – Su otto titoli in palio qui ad Anadia gli inseguitori azzurri portano a casa 7 titoli. Manca solo quello dell’inseguimento individuale U23 nel quale però Manlio Moro, terzo, stampa il miglior tempo assoluto. E’ la conferma che la scuola italiana, sulla scia di Filippo Ganna e del quartetto campione olimpico, rappresenta un punto di riferimento a livello mondiale. Il lavoro di Marco Villa e dello staff della performance si estende dagli elite fino alle categorie giovanili. I riscontri cronometrici, su una pista difficile, sono di assoluto valore: il quartetto U23 maschile ha fermato il tempo in 3’56”, quello femminile in 4’24”. Tra gli juniores: 3’59” per gli uomini e 4’28” per le ragazze. Per quanto riguarda gli uomini juniores maschile merita di essere ricordato che si tratta del nuovo record italiano, a meno di un secondo dal limite mondiale ed e il primo titolo in questa specialità ad un Europeo.
Doppio italiano anche nell’individuale per lo junior Luca Giaimi (3’10”784), un talento, al pari di Federica Venturelli, entrambi 17enni e di cui sentiremo ancora parlare in futuro.
ATLETI PLURIMEDAGLIATI – Accanto ai due giovani juniores, l’Europeo ha confermato il valore di alcuni atleti, già in luce in questi mesi. E’ il caso di Vittoria Guazzini, 2 ori, e Silvia Zanardi (3 ori e 1 bronzo). Davide Boscaro dopo l’oro nell’Eliminazione e nell’inseguimento a squadre è stato sfortunato nell’Omnium, cadendo e uscendo anzitempo: vedendolo pedalare si è avuto la sensazione che avrebbe potuto portare a casa tranquillamente ancora altre medaglie. Stesso discorso per Manlio Moro, già in odore di Nazionale maggiore, che qui in Portogallo ha pagato un po’ di sfortuna (in occasione della corsa a punti) e la precaria condizione dovuta al covid solo poche settimane fa. Matteo Bianchi con le vittorie nel KM e nel Keirin ha finalmente completato il suo inseguimento ad un titolo dopo anni in cui ci è andato vicino.
JUNIORES TERRIBILI – Una notazione a parte la meritano gli juniores, in grado di vincere oltre la metà dei titoli. Ci sono atleti che sicuramente lasceranno il segno in futuro, come i citati Giaimi e Venturelli, come il plurimedagliato Mattia Predomo e come Matteo Fiorin, vincitore dell’Eliminazione. Senza dimenticarci di Belletta, uscito di scena nell’Omnium per una caduta. Dino Salvoldi è soddisfatto: “Più che i risultati, peraltro molto buoni, in questa fase vale la prestazione e devo dire che qui in Portogallo sono arrivate indicazioni importanti. Il gruppo di atleti presenti ad Anadia sono solo una parte di quanti ho potuto apprezzare in cinque mesi di lavoro a Montichiari.” Per tutti loro si attendono conferme già ad agosto ai Mondiali di Tel Aviv.
Marco Villa, non presente ad Anadia per questioni di salute, ha seguito le gare in diretta intervenendo in tempo reale per indicazioni e suggerimenti. Raggiunto al telefono ha stilato un bilancio finale: “Ovviamente sono molto orgoglioso dei risultati raggiunti. Questi Europei come ogni anno ci mettono in condizione di capire il livello raggiunto. Tra gli Under 23 a volte ci sono degli alti e bassi, che coincidono con il periodo di lavoro. Quest’anno ci siamo arrivati con atleti molto maturi, nel gruppo da 3-4 anni, che hanno fatto la differenza e hanno dimostrato di essere pronti per supportare il lavoro della Nazionale maggiore in vista delle prossime qualifiche olimpiche. Buone notizie anche dal settore Juniores dove abbiamo trovato ottime individualità che ci fanno sorridere per il lavoro futuro e che testimoniano le ottime metodologie di scouting e di preparazione che abbiamo finalizzato in questi anni con l’esperienza. Contento del settore velocità, dove l'entusiasmo di Ivan Quaranta è trascinante e ottimo per costruire un gruppo che, attraverso gli allenamenti, può crescere ancora. Da parte nostra dobbiamo intensificare il lavoro scouting attraverso la collaborazione tra le discipline, come accaduto con la Bmx. Ringrazio naturalmente tutto lo staff e i miei collaboratori Masotti, Bragato, Quaranta per avermi supportato in questi lunghi mesi di lavoro. Siamo partiti a Dicembre con i ritiri a Canarie Calpe e Noto per essere a questo punto molto competitivi e pronti, sia qui che alle Coppe del Mondo appena disputate, con un occhio alla prossima qualifica olimpica. Ora il gruppo è ottimo e si arricchisce di altri giovani uomini e donne. Da parte nostra questi risultati ci danno la consapevolezza che dobbiamo continuare a lavorare sapendo di essere sulla strada giusta.”
Soddisfatto il vicepresidente federale Ruggero Cazzaniga, che ha seguito qui in Portogallo le gare: "Un risultato incredibile, che premia ragazzie, tecnici e staff impegnati in una trasferta lunga e faticosa. Un'esperienza stupenda, indelebile nel cuore di chi l'ha vissuta."
Le ultime parole sono del presidente Cordiano Dagnoni, che ha seguito costantemente l’evolversi delle giornate, tra i tanti impegni istituzionali di questi giorni: “Sono Europei, quelli appena conclusi, ricchi di soddisfazioni, non solo gli ultimi in pista, ma anche quelli mtb, a inizio mese, e quelli strada. Il ciclismo giovanile italiano continua a collezionare successi e questo ci dimostra che abbiamo intrapreso il percorso giusto. Mi piace sottolineare il clima complessivo che si respira nel gruppo delle Nazionali, di collaborazione e scambio reciproco di informazioni, idee e suggerimenti. Il ciclismo italiano è fatto di tante Nazionali ma è una sola unica stupenda Squadra. Ringrazio per questo Roberto Amadio per il lavoro che sta svolgendo, tutti i tecnici e staff coinvolti."
da federciclismo.it
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.