Jonas Vingegaard è certo che lui e il suo compagno di squadra Primoz Roglic insieme potranno sconfiggere Tadej Pogacar e per farlo si sono allenati molto insieme. «Sono convinto che insieme a Primoz possiamo sfidare Pogacar – ha detto Vingegaard durante la conferenza stampa di oggi -: farà una grande differenza essere in due. L'anno scorso Primoz è caduto presto e speriamo che quest’anno le cose vadano in un modo diverso e in particolare quando affronteremo le montagne speriamo di poter fare la differenza».
Vingegaard lo scorso anno era venuto al Tour de France da gregario, poi a causa del ritiro di Roglic a Tignes, aveva ricoperto il ruolo di capitano chiudendo al secondo posto della classifica generale. «Nel Tour possono succedere molte cose. C'è molta pressione, per entrambi, ma del resto anche gli altri corridori saranno sotto pressione. Dobbiamo superare la prima settimana, poi vedremo. Crediamo che con due leader sia possibile sfidare Pogacar».
Roglic e Vingegaard non sono solo due ottimi corridori ma sono anche due colleghi che hanno un’ottima sintonia:lo abbiamo visto già al Delfinato e, al Tour de France il loro legame sarà ancora più forte.
«Io e Primoz siamo buoni amici, anche fuori dalle corse. Ci siamo divertiti insieme a Tignes nelle ultime settimane, anche con le nostre famiglie. Possiamo parlare facilmente, bere una birra e trascorrere serenamente il tempo insieme». I due capitani dovranno lavorare in piena sintonia, perché Van Aert impegnato nella caccia alla maglia verde, non potrà supportarli al cento per cento.
«Abbiamo un buon piano. Van Aert vuole conquistare la maglia verde e noi lo supporteremo in questo, anche se Roglic ed io correremo per la maglia gialla. Non vogliamo essere di intralcio ai suoi piani e sappiamo anche che Wout ci aiuterà. In alcuni giorni Wout farà solo gli sprint e gli sprint intermedi, ma lui ci aiuterà quando sarà necessario. Speriamo che il nostro piano abbia successo».
L'anno scorso Vingegaard ha dovuto improvvisamente sostituire Roglic, adesso per lui sarà diverso e sa che il suo sarà questa volta da attore principale. «Quest’anno sarà completamente diverso. L'anno scorso ero ancora un corridore di supporto mentre adesso corro per la maglia gialla. Ora ho molta più fiducia, credo di più in me stesso. Quindi sarà diverso, ma in senso positivo. Certo, sono uno dei leader per la gara più grande del mondo, ma questo non mi interessa molto e penso di poter gestire bene lo stress».