Si è decisa proprio all’ultima tappa l’edizione 2022 del Tour de Suisse che ha visto il trionfo di Geraint Thomas su Sergio Higuita e Jacob Fugslang. Sono stati 8 giorni difficilissimi, con un caldo inaspettato che non ha mai abbandonato la corsa e lo spettro del covid che ha ritornato ad abbattersi minaccioso facendo non pocq paura. Quattro giorni fa alla partenza della quinta tappa era scattato l’allarme generale con il ritiro della Jumbo Visma, il mattino successivo tutto si era moltiplicato a vista d’occhio con defezioni in massa che avevano messo sul chi va là il direttore Olivier Senn con l’ipotesi sempre più vicina di annullare la competizione. Sono bastati calma e sangue freddo per rimettere tutti al proprio posto e far procedere una corsa che non ha mancato di dare spettacolo. Dopo scatti e contro scatti sule pendici di Malbun è apparso chiaro che sarebbero stati tre gli uomini a contendersi il trofeo finale. Ieri Geraint Thomas è partito con soli 2” di ritardo da un Sergio Higuita quanto mai sicuro di perdere la maglia che con fatica aveva conquistato solo il giorno prima, i pronostici davano tutto a favore del gallese che si è reso protagonista di una crono praticamente perfetta. Il portacolori della Ineos Grenadiers ha sfrecciato nei 25,6 km chilometri intorno a Vaduz arrendendosi solo a Remco Evenepoel che lo ha staccato di 3”.
«E’ stata una cronometro incredibile, passato il traguardo mi sentivo esausto, quasi non mi reggevo in piedi - ha spiegato Geraint Thomas - non ho affrontato la prova con una preparazione particolare, ma come faccio sempre in questi: rimanendo più concentrato su quello che stavo facendo. Ieri mattina ho fatto una ricognizione come consuetudine, mi sono segnato i punti più critici e anche dove potevo spingere al massimo. In realtà sono partito con l’idea di provare a vincere, sapevo che sarei stato il favorito nella battaglia della generale, ma ho tentato anche di prendermi il successo di tappa, ma mi sono trovato sulla squadra Remco che ha fatto una prova incredibile.»
Il team Ineos si era presentato al via del Tour de Suisse puntando tutto su Adam Yates, capitano designato pronto a combattere per la generale, poi però la sua positività ha stravolto completamente i piani del team britannico che ha visto in Thomas, in particolare stato di forma, l’uomo su cui puntare. Il gallese da gregario di lusso è diventato il grande protagonista di una corsa resa dura soprattutto dal caldo, gli organizzatori avevano progettato uno dei percorsi più duri tra tutte le edizioni, sicuramente una con più tanti metri di dislivello e nonostante le defezioni i tre davanti hanno contribuito ad infiammare gli animi dei tifosi. La vittoria per Thomas rappresenta un’autentica ripartenza, era da tempo che il gallese non era riuscito a dimostrare il suo valore, quasi una spirale infernale che lo aveva inghiottito costringendolo a dei ritiri o al continuo inseguimento di risultati che non arrivavano. «Erano diverse stagioni che non riuscivo ad esprimermi - ammette lo stesso Thomas - per molto tempo ho cercato di ritornare al top senza mai riuscirci, però questa vittoria mi dà una scarica di adrenalina di cui sentivo veramente la mancanza. Sono partito per il Tour de Suisse in modo molto tranquillo, volevo godermi queste otto tappe cercando di un po’ di testarmi e provare a cercare qualche occasione, invece è arrivato il risultato pieno»- Sono parole di soddisfazione quelle del gallese che proprio l’anno scorso aveva vinto il Tour de Romandie proprio in terra elvetica senza però poi riuscire a raggiungere altri risultati.
Dopo le fatiche del Tour de Suisse Geraint Thomas trascorrerà una settimana di stop tra le mura di casa, una breve sosta per ricaricare le energie prima del grande appuntamento stagionale: il Tour. La ineos Grenadiers si presenterà al via con uno squadrone tutto intorno a ad Adam Yates provando a mettere i bastoni tra le ruote al dominio ormai incontrastato di Tadej Pogacar. «Mi presenterò al Tour senza pressioni, il capitano designato dalla squadra è Adam Yates e il mio obiettivo sarà supportarlo al meglio soprattutto nelle tappe di montagne. Il nostro team designato per la Granda Boucle è molto forte e l’obiettivo sarà quello di provare a contrastare Pogacar che sembra praticamente imbattibile anche in questi giorni ha fatto vedere che è veramente in grande forma. »
Sarà un Tour diverso per Thomas, con poche pressioni ma tanta voglia di fare, sulla carta sarà di supporto, ma come lui stesso ammette sarà pronto a cogliere tutte le occasioni che si troverà sulla strada. Le ultime edizioni del Tour de Suisse sono state autentici trampolini di lancio per gli uomini Ineos in partenza della Grande Boucle: nel 2019 Egan Bernal dopo il trionfo elvetico aveva portato a casa la maglia gialla, l’anno scorso invece Richard Carapaz aveva colto un’ottima terza piazza. Quest’anno succederà lo stesso? Ora non ci rimane altro che scoprirlo.