Tra i protagonisti del Giro di Slovenia c’è anche il torinese Fabio Felline del team Astana Qazaqstan. Nella sua prima gara post-Giro d’Italia Fabio esprime un buon rendimento: mercoledì nella tappa inaugurale è arrivato decimo, giovedì sesto nella seconda e solo ieri in quella con epilogo sull’erta di Celjski Grad non è stato brillantissimo.
«Ho avuto una piccola defaillance sulla penultima salita – ammette Fabio, 14 successi tra i professionisti – e nella successiva discesa causa il fondo bagnato non sono riuscito a rientrare. In salita non ero messo male, con me ad esempio c’era Mezgek che ha fatto in tempo a piazzarsi tra i primi».
La tappa di oggi dello “Slovenia” è per scalatori mentre quella finale di domani è meno impegnativa. «Hanno dipinto l’ultima tappa come cimento per velocisti – fa notare il corridore torinese – però è stato inserito negli ultimi chilometri un muro di 2 chilometri che spezzerà il gruppo. L’ultima tappa va bene per me, ho una gran voglia di vincere e se ci riesco qui in Slovenia tanto meglio. Ho accettato di correre questo Giro per mantenere la buona condizione acquisita partecipando al Giro d’Italia».
L’ultimo successo ottenuto da Felline è il Trofeo Pantani di fine agosto 2020. «Per uno come me che da neoprofessionista era etichettato “vincente” è troppo rimanere quasi 2 anni senza trionfi. E’ difficilissimo vincere qui allo “Slovenia” poiché per diverse squadre questa è la prova generale del Tour de France. Ad esempio la Uae Emirates e la Bahrain Victorious schierano la squadra del Tour de France».
Quest’anno Felline è stato sfortunato all’inizio di stagione: si è ammalato alla vigilia della Vuelta Valenciana, gara di debutto stagionale. L’improvviso stop ha fatto saltare le tabelle d’allenamento. «Poi però si è ripreso bene – assicura Stefano Zanini, ds dell’Astana – e in particolare al Giro d’Italia si è meritato gli elogi da tutto lo staff».
Fabio va forte tuttavia senza vincere: «Ho cambiato il modo di correre – aggiunge Felline, che da professionista ha partecipato a 7 Giri d’Italia, 3 Tour de France e 3 edizioni della Vuelta a Espana - : sono più uomo squadra, mi metto a disposizione degli altri alfieri Astana. Mi trovo benissimo in questa squadra con la quale ho un contratto fino al dicembre 2023. Farò di tutto per estendere la mia appartenenza anche agli anni successivi».
Dopo il Giro di Slovenia disputerà il Campionato italiano in Puglia. «Vincere la maglia tricolore sarebbe bellissimo, è un simbolo importante». E’ sempre più corposa l’ipotesi di vederlo titolare alla Vuelta a Espana 2022. «E’ una corsa che mi piace, se l’Astana deciderà mandarmi in Spagna aiuterò molto Miguel Angel Lopez o comunque chi dovrà lottare per la classifica, senza trascurare la possibilità di vincere le tappe».
La Vuelta è cimento di fine stagione. «E’ la corsa ideale per arrivare in forma al Campionato del Mondo». Da professionista Fabio è stato azzurro al Mondiale in linea di Richmond 2015 e a quello a cronometro di Innsbruck 2018. «Per uno come me è ora di disputare un altro Campionato del Mondo in linea e il prossimo in Australia può andarmi molto bene. Non è per velocisti, ci vorrà del fondo per rimanere davanti negli ultimi giri».
Fabio è nato nel 1990, una leva ciclisticamente parlando eccellente. Però dei suoi coetanei tra i quali Fabio Aru e Moreno Moser sono già usciti di scena. Invece Fabio alla tredicesima stagione tra i professionisti continua a riscuotere consensi. «I miei attuali valori nei test sono anche migliori di quelli che avevo nei primi anni tra i professionisti. Però negli ultimi anni il ciclismo è cambiato molto e lo si avverte anche quando si sta in mezzo al gruppo che il livello medio dei corridori si è alzato notevolmente. Di certo ho ancora tanta voglia d’impegnarmi».
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