È arrivata alla fine, proprio sul filo di lana, quando Alessandro Colnago ha reso noto l'idea di creare a Cambiago, patria-terra-nazione di un nonno illustre nel mondo. Proprio quando si era giunti ai saluti, il giovane Colnago ha dato appuntamento con un arrivederci in un nuovo spazio espositivo. «Dopo gli interventi di questa sera, credo che il modo migliore per concludere sia una anticipazione di un progetto a cui stiamo lavorando da parecchi mesi: la creazione di un’esperienza museale ancora più ricca e più immersiva su tutto quello che mio nonno ha fatto nella sua vita e sui valori che ci ha lasciato e che tutt’ora ci tramanda. Questo progetto coinvolgerà non solo appassionati e collezionisti, ma anche Cambiago perché sarà qui, in paese, e non se ne andrà mai».
Le bici con l’asso di fiori, pensato e proposto dal grande Bruno Raschi a Colnago, che non se lo fece ripetere due volte e seppe farlo suo rendendolo riconosciuto nel mondo, come del resto le sue biciclette. Questi e altri aneddoti sono stati condivisi sabato scorso da Ernesto Colnago con il suo paese natio tanto amato, Cambiago, durante un evento organizzato per i suoi 90 anni.
Novant’anni sono un traguardo importante. Così, quattro mesi dopo aver spento le candeline (lo scorso 9 febbraio, ndr), Cambiago ha organizzato un pomeriggio in onore del suo concittadino più illustre e famoso. Insieme a lui, una serie di ospiti che hanno condiviso ricordi e testimonianze. Presentati dal nostro direttore Pier Augusto Stagi, sul palco dell’auditorium della Vecchia filanda sono sfilati il professor Tito Boeri, docente universitario della Bocconi, nonché “colnaghiano” convinto e praticante. Così come il numero uno della Federciclismo Cordiano Dagnoni, e il campione più rappresentativo Giuseppe Saronni, oltre ad Alessandro Brambilla, altro “enfant du pays”, che hanno tutti raccontato alcuni dei momenti più signifivativi del Maestro di Cambiago.