Leo Hayter ha cannibalizzato la tappa regina del Giro d’Italia U23 2022 da 5 mila metri di dislivello. Una frazione destinata a rimanere negli annali di questa corsa, quasi d’altri tempi per distacchi, sviluppo e durezza generale. In cima alla salita più dura di giornata, quella verso il Mortirolo, la maglia rosa era a 2’30” da Lenny Martinez (Groupama-FDJ) che aveva attaccato in salita, ma sul falsopiano e la pedalabile salita verso Santa Caterina Valfurva ha fatto qualcosa di mostruoso, scavando un solco di minuti e minuti su tutti gli avversari. Il secondo al traguardo, Romain Grégoire (Groupama-FDJ), tanto per fare un esempio, è giunto a 4’55”.
«Non so cosa ho fatto sinceramente – ha detto Hayter a tuttobiciweb -. Quando ha attaccato Lenny Martinez ero al limite, non sono riuscito a seguirlo e sono stato abbastanza fortunato che Van Eetvelt ha fatto il ritmo per praticamente tutta la salita. In discesa me la cavo, ma non sono uno specialista, Grégoire ha guadagnato quasi un minuto ma con Van Eetvelt siamo riusciti a riavvicinarsi e staccare Ciuccarelli che non collaborava più. Quando abbiamo visto che Grégoire era vicino ho attaccato una prima volta e mi sono accorto che Van Eetvelt non ne aveva più. Ho staccato Grégoire e messo nel mirino Martinez. Quando l'ho preso ho riaccelerato e anche lui era al gancio. Ho fatto valere le mie qualità di cronoman e ho scavato un solco che sinceramente non mi sarei mai aspettato. Anche perché i miei numeri erano buoni, ma non eccezionali. Ero morto, ma gli altri lo erano ancora di più». Quando gli abbiamo detto che aveva guadagnato 5 minuti su tutti si è lasciato andare a genuino: «Porca t***a non posso crederci».
Eppure, non sente di avere il Giro in tasca, anzi: «Siamo al Giro, credo che non potrò mai stare tranquillo da qui alla fine. Mi attaccheranno a più riprese. Intanto però sono molto contento di come ho reagito a una tappa di questa durezza, forse un po' troppo dura per i nostri standard, era la prima volta che mi testavo su un percorso del genere. Lenny è stato il più forte in salita, ma io ero lì col gruppo dei migliori».
Dopo l’arrivo era stravolto e per diversi minuti non è sceso dalla bicicletta. Quando ci ha provato ha lanciato un grido di dolore perché divorato dai crampi e per un attimo si è temuto fosse anche qualcosa di più grave. Non c’era sicurezza riuscisse a fare le scale per salire sul podio, ma dopo essersi alimentato e vestito, ha ritrovato la lucidità per festeggiare il suo secondo giorno in maglia rosa: «Scendendo dalla bici ho sentito un dolore lancinante, ma non è niente di grave, solo le conseguenze di uno sforzo immane».