Natnael Tesfatsion vince per la prima volta in Europa e lo fa su un luogo di culto della storia del ciclismo, il Monte Grappa. Il 23enne eritreo ha fatto valere la sua esplosività nelle ultime centinaia di metri, anticipando Filippo Zana (Bardiani-CSF-Faizanè), nuovo leader dell’Adriatica Ionica Race 2022, e regalando una vittoria di peso alla Drone Hopper-Androni Giocattoli.
«Dopo il Giro d'Italia mi sentivo bene ed è normale che sia così perché lì c'era un livello veramente alto, che ti spinge oltre i tuoi limiti – ha spiegato Tesfatsion dopo l’arrivo -. Ieri ho detto ai miei direttori sportivi "Sto bene, domani vinco", e ho vinto davvero! Ho chiesto a Cepeda di tenere alta l'andatura nelle ultime centinaia di metri perché sapevo di poter vincere allo sprint, anche se temevo un po' Zana».
Dopo i trionfi di Biniam Girmay alla Gent-Wevelgem e nella tappa di Jesi del Giro d’Italia, è arrivata la conferma di quanto l’Eritrea si stia facendo largo nel grande ciclismo, anche se di talenti nascosti ce ne sono ancora molti: «Sì per l'Eritrea è un bel momento, ma posso assicurare che nel nostro paese abbiamo tantissimi corridori fortissimi che non hanno la possibilità di mettersi in mostra, anche con più talento di me – ha ammesso ancora Natalino -. Quello che stiamo facendo io e Biniam speriamo possa aiutare tutto il paese, ma in generale tutta l'Africa, a trovare spazio nel ciclismo professionistico. Non so se cambierà qualcosa, ma lo spero».
Una cosa certa è che grazie a loro tanti tifosi eritrei hanno cominciato a seguire le corse da vicino, a farsi sentire sulle strade e incitare i loro beniamini con un entusiasmo senza eguali. Anche oggi sul Grappa, una dozzina di appassionati eritrei sono arrivati con la bandiera – che Tesfatsion ha preso in prestito per portarla sul podio – per vedere trionfare il ragazzo di Savio e Ellena. «In quest'area ci sono tanti eritrei, ma non mi aspettavo che venissero addirittura in cima al Grappa. Se li conoscevo? No, non li avevo mai visti, li ringrazio per essere venuti fin qui. Quando vedo una bandiera eritrea, per me, sono tutti fratelli, facciamo tutti parte di una grande famiglia».
Tra Brisighella e Sirolo, inoltre, Tesfatsion avrà ancora spazio per provare a lasciare il segno: «Domani provo a rivincere, la gamba e la testa ci sono e ora ho ancora più fiducia nei miei mezzi».
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