Stefano OLDANI. 10. È la generazione Erasmus, quelli che non stanno lì ad aspettare che qualcuno li noti, ma si alzano dal divano e di sella per andare a correre oltre confine. Due anni alla Colpack, poi altri due alla Kometa di Basso e Contador quando la squadra faceva da incubatrice ai grandi team in terra di Spagna, poi due anni alla Lotto, prima di approdare quest’anno alla Alpecin-Fenix di Mathieu Van der Poel. Anche oggi vince un italiano, grazie al piano B, esattamente come ieri con Dainese. I nostri ragazzi non si fanno pregare. Colmano il gap e il vuoto, riempiendoli di sostanza. Forse è il caso di cominciare a ragionare e far capire ai loro team manager e direttori sportivi che non avremo una generazione di fenomeni, ma non possiamo continuare a fare solo e soltanto i cavalier serventi, i cicisbei o i facchini. Oggi il 24enne milanese ha fatto vedere di che pasta è fatto: gli hanno dato il via libera e lui ha liberato il proprio talento.
Lorenzo ROTA. 9. A Jesi si è dato un gran daffare per il suo capitano Biniam Girmay, ma oggi anche per lui c’è stato il piano B e non se l’è fatto ripetere due volte, regalando un altro grande piazzamento alla Intermarché Wanty Gobert che, fin qui, sta disputando davvero un Giro stupendo.
Gijs LEEMREIZE. 8. Il 22enne olandese della Jumbo Visma fa alla fine la figura del pollo, ma è solo più lento. Meno avvezzo alle volate. Prova ad anticipare, a rallentare, a innervosire, ma forse dovrebbe solo implorare: aspettatemi!
Bauke MOLLEMA. 7. C’è da ricordare l’amico e collega Wouter Weylandt e così non si risparmia, anche se alla fine qualcosa paga. Ma in una tappa come quella di oggi, corsa a 46 di media, c’è poco da dire.
Wilko KELDERMAN. 8. L’olandese della Bora Hansgrohe aveva perso minuti preziosi ma oggi, in una tappa sulla carta ininfluente, entra nella fuga di giornata e ritorna prepotentemente in classifica generale. Adesso è davanti al nostro Vincenzo Nibali, in 13° posizione, a 2’51” dalla maglia rosa, 13” in meno dello Squalo.
Andrea VENDRAME. 7. È tra gli attaccanti di giornata e non si risparmia, come è solito fare, anche se poi alla fine qualcosa paga.
Vincenzo ALBANESE. 6,5. Arriva 11°, ad un passo dalla top ten, ma conferma di essere in stato di grazia e di avere una gran bella gamba, ma soprattutto una bella testa. Con lui un bel gruppetto di italiani, che si dà da fare, che non sta in panciolle nella pancia del gruppo. Osa e va. Sono Davide Gabburo e Luca Covilli (Bardiani CSF Faizané), Edoardo Zardini (Drone Hopper Androni Giocattoli) e Valerio Conti (Astana Qazaqstan), Simone Consonni (Cofidis) e Matteo Sobrero (BikeExachange Jayco). Tanto agonismo in una tappa bella e avvincente: per noi italiani, più che convincente.
Mathieu VAN DER POEL. 5,5. Parte per dare battaglia, per dare spettacolo, ma alla fine arriva in riserva e si deve mettere buono buono in un angolo: anche lui è umano.
Alessandro COVI. 6. Al km 6 va subito all’attacco con Luca Rastelli (Bardiani Csf Faizanè, in fuga pure ieri), Matthew Holmes (Lotto Soudal), Mathieu Van der Poel e Stefano Oldani (Alpecin-Fenix). La fuga non va, perché sono in tanti a cercarla. Prima ora di corsa: media 54 km/h.
Roger KLUGE. 164. Il 36enne atleta tedesco della Lotto Soudal (ultimo in classifica), questa mattina, al via da Parma, si prende un attimo di pausa prima del via. Si siede ad una fermata dell’autobus e pensa: tanto oggi non c’è da fare il treno…