Sulle strade del Giro ha potuto riabbracciare i nonni che non vedeva da prima della pandemia. E’ successo a Nico Denz, 28 anni, atleta della Dsm alla sua quinta corsa rosa, durante la tappa che venerdì scorso si è conclusa a Potenza.
Giovanni Campese e Anne Ruth Zeschke, genitori della mamma del ciclista, erano sul percorso insieme a una zia dell’atleta, nel tratto tra Viggiano e Marsicovetere, il paesino lucano dove hanno scelto di tornare a vivere nei primi anni Duemila dopo una trentina d’anni trascorsi in Svizzera. «Abbiamo esposto la bandiera tedesca: nel vederla, Nico ha capito che lì c’era la sua famiglia e si è fermato. Sono stati pochi attimi, bellissimi», ha raccontato al Tg regionale Campese, che in val d’Atri ha ospitato spesso il nipote quando era in giovane età.
«E’ stato proprio nella nostra terra qui che si è innamorato della bici: il suo idolo era Ivan Basso, il suo sogno correre il Giro d’Italia e passare dalle strade della sua famiglia», le parole di nonna Anne Ruth.
E’ stata lei nello scorso gennaio, quando è stato rivelato il percorso di questo Giro, ad accorgersi che una tappa sarebbe passata proprio a due passi da casa. «Ho chiamato Nico, mi ha risposto che nei suoi programmi non c’era la corsa rosa, ma il Tour. Poi la squadra gli ha detto sì e abbiamo potuto vivere questi momenti bellissimi», dice Anne Ruth, ricordando di aver sempre incoraggiato il nipote a fare il ciclista perché un giorno avrebbe potuto correre anche sulle strade della Basilicata. E’ successo.
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