Per Biniam Girmay questo è il primo grande giro e i suoi risultati non passano sicuramente inosservati. In Ungheria il giovane eritreo è andato forte, chiudendo al secondo posto la prima tappa e quarto nella terza tappa, poi ancora due volte quinto nelle frazioni in Italia. Grazie a questi risultati adesso è secondo nella classifica a punti, dietro ad Arnaud Démare (Groupama-FDJ).
«Il mio obiettivo principale rimane sempre quello di vincere una tappa e non la classifica a punti – ha detto Girmay -. Ho già avuto molte opportunità per ringraziare i miei compagni di squadra la scorsa settimana: sono sempre pronti ad aiutarmi, sia negli sprint che durante le tappe collinari. C'è un'atmosfera molto buona tra noi ridiamo molto».
La Intermachè -Wanty Gobert è la squadra rivelazione di questo Giro d’Italia e al suo secondo anno nel World Tour, sta dimostrando di poter competere su tutti i terreni e nella classifica destinata ai team, in questo Giro, siede sul terzo gradino del podio. «Sono molto soddisfatto dei miei risultati, qualche volta mi sorprendo anche per ciò che riesco a fare. Questo mio Giro è un vero e proprio viaggio alla scoperta di grande giro e spero di arrivare bene fino all’ultima settimana».
Per Girmay la prima settimana di corsa si è conclusa bene. E’ secondo nella classifica a punti e anche se nella classifica generale è abbastanza indietro, il ventiduenne della Intermachè -Wanty Gobert, non è pensieroso e aspetta di poter far vedere il proprio talento in questa seconda settimana, dove cercherà di salire sul gradino più alto del podio. «Ci sono davvero delle buone opportunità, ma devo ammettere che le gambe iniziano a farmi male. La corsa comincia anche a pesarmi mentalmente. È solo il mio primo grande giro, quindi non dovrei sottovalutarlo. Da quello che sento adesso, posso dire che preferisco le classiche piuttosto che le corse a tappe».
Girmay vorrebbe finire il Giro e il 24 maggio in Eritrea sarà festa nazionale. «Quel giorno sarà la commemorazione dell'indipendenza dell'Eritrea, una festa importante nel mio paese. Spero di vincere una tappa per quella data. Nell’ultima settimana ci saranno le montagne e anche se posso salire bene, ho scoperto che una tappa con tremila metri di dislivello è il limite massimo per le mie possibilità di vittoria».
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