IL GIRO TROPPO DEMOCRATICO

GATTI&MISFATTI | 15/05/2022 | 18:28
di Cristiano Gatti

Tappa a dir poco superlativa. Già di base c'è veramente tutto per un grande lavoro: fondo stradale tirato con la lucidatrice, un lisciume che Milano e Roma si sognano la notte, tabelloni luminosi con frecce lampeggianti alle curve più sinistre, cinque colli, saliscendi continui, paesaggi da lasciarci cuore e vista, divino panozzo con porchetta a bordo strada davanti alla chiesetta di Ari, e sole, tanto sole.


Cornice ideale per un quadro adeguato. Sostanzialmente è la prima tappa del Giro 2022. La prima vera. La prima superba. Una di quelle che senza tanti se-ma-però dividono i migliori dai peggiori, mandano avanti i più forti e lasciano indietro i peggiori.


L'ordine d'arrivo, ma più ancora la nuova classifica generale, ci dicono soprattutto una cosa, che peraltro sapevamo già tutti prima ancora di attaccare al collo l'accredito: un dominatore, una parvenza di Pogacar, qui intorno non c'è.

Il Blockhaus, montagna vera, sancisce in modo definitivo una gestione “assembleare”. Sul traguardo a giocarsi la tappa si presentano in sei, in classifica sono otto in un minuto. Se non è democrazia questa. Il problema è che la democrazia risulta fantastica nei sistemi politici, ma diventa piuttosto fiacca e noiosa nello sport. Livella, appiattisce, ammoscia. E se nello sport c'è un settore che invece ha bisogno vitale di un grande individualista, meglio ancora di un dittatore, questo è il ciclismo.

Invece qui ai millesei del Blockhaus c'è un grande assembramento, una cosa che ai tempi del lockdown rigido le forze dell'ordine avrebbero sanzionato pesantemente.

Non si separano, non si distanziano. Sono tutti ammassati e non c'è verso di dividerli.

Nemmeno il caso di specificarlo: siamo appena a metà Giro, il peggio deve arrivare. Ma questa è solo un'attenuante. Niente che comunque giustifichi tanto affollamento dopo nove tappe. Non dopo un tappone come questo. Dunque, si può ancora dire tutto e il contrario di tutti. Se Lopez tiene ancora la maglia rosa, per quanto bravo si stia dimostrando, è comunque il chiaro segno che là davanti, là sopra, in quello che per carità di patria non possiamo chiamare olimpo dei big, domina il livellamento più assoluto: lo dimostra il fatto che quando uno di loro attacca, dopo un po' da dietro rientrano puntualmente.

Non è un dominatore Carapaz, che pure ha la squadra di una spanna sopra le altre. Non lo è nessun altro. Sono tutti bravi, da Bardet a Landa, da Hindley ad Almeida, ma non emerge un bravissimo.

In tutto questo, l'Italia del Giro. Niente Ciccone, nemmeno a parlarne. Il nostro futuro, quanto meno il nostro presente, ha il fascino antico del passato. Incredibile a dirsi e a vedersi: nell'ammassamento del Blockhaus, la nazione afflitta del ciclismo azzurro si ritrova a commuoversi per Nibali e Pozzovivo, quasi trentotto anni e quasi quarant'anni. E' una meravigliosa e tremenda notizia. Meravigliosa perchè ci dice quanto coraggio, quanta passione, quanta resistenza abbiano ancora nel serbatoio questi due nonni d'Italia. Tremenda, molto tremenda, anzi insopportabile, perchè conferma nel modo più impietoso quali siano le nostre prospettive.

Se non si danno una svegliata le mamme d'Italia, finirà che andiamo tutti in ginocchio sotto la finestra di Nibali per implorarlo di continuare ancora un po', almeno un dieci-vent'anni.

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COMMENTI
Credo
15 maggio 2022 19:00 Arrivo1991
Il bustino a Vegni, credo si possa gia' chiederlo indietro. Arrivi del genere fanno pensare sempre piu' ad una cosa : IL GIRO NON E' IL TOUR. Frase fatta ( forse ) ma reale. Dopo le prima tappe con fuoco di paglia, ci si inizia a domandare presto cosa vedermo di spettacolare e quando ! Qui si rischia la noia...spero di sbagliarmi

Noiosa tappa
15 maggio 2022 19:51 CarloBike
Senza un vero leader, il giro vive d'incertezza. E con tappe noiose

Mi sfugge,
15 maggio 2022 20:35 SoCarlo
Ma se avessimo un Pogacar già con 3’ di vantaggio, cosa renderebbe il giro meno noioso??

Concordo con SoCarlo
15 maggio 2022 22:12 Notorious
questa situazione è tutt'altro che noiosa, preghiamo che la Ineos non ammazzi il Giro troppo presto a suon di trenini

@ notorius
15 maggio 2022 22:42 Cicorececconi
Cero, vedere Nibali, Pozzovivo e l'eterno Valverde li con i primi, fa capire tante cose. Che i 3 sono grandissimi corridori, ma che il livello del giro è altrettanto basso. Oggi vedere un'arrivo del genere a ranghi ristretti dopo 5.000 mt di dislivello è uno spettacolo non gradevole (almeno per me)

appunto
15 maggio 2022 22:49 fransoli
con pogacar con 3 minuti di vantaggio nessuno attaccherebbe comunque per paura di saltare e compromette un piazzamento sul podio... e poi provate voi a scattare contro vento per vedere quanto andate lontano... Carapaz ci ha provato ma come si è visto è andato poco lontano, per guadagnare pochi secondi rischiava magari di compromettere il giro. e come si è visto lo scorso anno non è uno che si tira indietro quando c'è da provare a vincere

@ fransoli
15 maggio 2022 23:28 Cicorececconi
Se vuoi ripetere, scrivi con account solo. Grazie.

Prima di andare sotto la finestra di Nibali(a Lugano)
15 maggio 2022 23:31 pickett
Aspettiamo il prossimo arrivo in salita,visto che negli ultimi anni ci ha abituato ai tracolli.

@ Cicorececconi
15 maggio 2022 23:43 Notorious
Non c'erano solo quei 3, son arrivati per le solite contingenze dei BIG che a forza di marcarsi li han fatti rientrare. Di vedere la passerella Ineos come l'anno scorso con Bernal che si è riposato l'ultima settimana non è un bello spettacolo invece per me.

Classifica corta
16 maggio 2022 07:19 TourBike
Non capisco chi si lamenta sempre del poco spettacolo! Forse piace che ci sia qualcuno che ammazzi la gara e alla metà del percorso abbia diversi minuti di vantaggio.Tanti ciclisti nello spazio di pochi secondi è già questo un grande spettacolo: nè vedremo delle belle da qui alla fine

Giro
16 maggio 2022 08:29 fido113
sottoscritto il Giro piace e l'incertezza anche ma cosa volete di più? Nel tennis i vecchietti ancora dominano e non ne fanno un dramma, anzi invece n ciclismo è una disgrazia. Godiamoci il Giro e basta

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