Il ciclismo è in gabbia, e la bicicletta Factor del team Israel Premier Tech di Giacomo Nizzolo e Alessandro De Marchi è sul banco degli imputati. È la tecnologia bellezza, e al momento l’Unione Ciclistica Internazionale pare non poter fare niente: per adesso. Al centro della discussione c’è una “gabbietta” in ceramica, dal peso di pochi grammi, che i redattori del sito cyclingnews.com hanno avvistato sulle biciclette della Istrael. Ma di cosa si tratterebbe? Di una vera e propria gabbia in ceramica che nasconde e protegge il deragliatore. Sempre per Cyclingnews sarebbe prodotta dalla “CeramicSpeed”, ditta olandese con sede negli Stati Uniti, e atta ad impedire turbolenze e quindi migliorare l’aerodinamica della bici in una zona particolarmente sensibile e nevralgica.
Per Cyclingnews il problema sarebbe dato dall’articolo 1.3.024 del regolamento tecnico dell’Unione Ciclistica Internazionale che «qualsiasi dispositivo, aggiunto o inglobato nella struttura della bici, destinato a diminuire o che abbia l’effetto di diminuire la resistenza alla penetrazione dell’aria o ad accelerare artificialmente la propulsione. Ad esempio schermi protettivi, carenature della fusoliera o simili». E questa «gabbia» appare esattamente come uno schermo aerodinamico.
Interpellato in merito, l’ex professionista Michael Rogers, responsabile tecnologico della Federazione Internazionale, ha spiegato che l’Uci «è stata informata dell’innovazione e la considera lecita, in quanto parte integrante del deragliatore della catena». Non si capisce, però, come possa essere adottato questo rivoluzionario dispositivo, visto che da regolamento, ogni pezzo della bicicletta deve essere in commercio. Quindi, acquistabile da chiunque. Questo, al momento, pare non essere disponibile, ma in vendita solo dal 12 giugno, al prezzo di 800 €.