Dopo due anni di sofferta assenza, causata dalla pandemia, ritorna domenica primo maggio a Badoere di Morgano, in provincia di Treviso, il prestigioso Gran Premio Sportivi di Badoere giunto alla 53^ edizione ed è riservato ai corridori juniores. La corsa è stata presentata ufficialmente nella ex chiesetta di Sant'Antonio della località trevigiana famosa anche per la sua meravigliosa Rotonda. Alla cerimonia, che da sempre coincide con la Mostra dell'Asparago di Badoere Igp e festeggia il 55° anno di vita, ha avuto tra gli ospiti d'onore la campionessa e attuale componente la Commissione Tecnica della Federciclismo del Veneto, Diana Ziliute, due volte iridata (ad Agrigento nel 1984 e a Valkenburg nel 1998) e medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Sydney 2000) e l'ex campione di pattinaggio (iridato a Grenoble nel 1987 e due volte a Cassano d'Adda nel 1988 nei 15 mila e 20 mila metri) Patrizio Sarto, medico sportivo e direttore della Struttura Medicina dello Sport Ussl 2 di Treviso.
La competizione, promossa dall'Amministrazione Comunale di Morgano, guidata da Daniele Rostirolla, è organizzata dal Centro Sportivo Libertas Scorzè diretta da Mario Pollon e da Danilo Michieletto. Alla conferenza di presentazione sono intervenuti, tra gli altri, il presidente e l'ex del Comitato Veneto, Sandro Checchin e Igino Michieletto, il responsabile della Commissione Tecnica, Giuseppe Cescon, l'ex presidente della Fci dell'Alto Adige Nino Lazzarotto e il coordinatore della Commissione Premio Rotonda di Badoere, Gianni Zanatta. Prima di presentare il percorso del 53° Gran Premio Sportivi di Badoer, il sindaco Rostirolla ha rivolto il benvenuto agli ospiti sottolineando che: "E' un sollievo rivedere tanti amici e volti nuovi dopo l'interruzione della tradizionale manifestazione e vederci qui riuniti per me significa ricominciare. La valenza che ha per noi la corsa ciclistica è il perno della Festa del Primo maggio dedicata alla gente che lavora con passione". "I ringraziamenti dell'Amministrazione Comunale - ha concluso il Sindaco - vanno rivolti a l'inossidabile Gruppo Sportivo Badoere, alla Libertas Scorzè che ha preso il testimone dell'organizzazione della corsa, alla Protezione Civile di Morgano, ai volontari, ai rappresentanti del Gruppo Calcio e alla Pro Loco. Ci tengo a sottolineare che il volontariato è la parte fondamentale del nostro territorio".
Ad aggiudicarsi l'ultima edizione del Gran Premio Sportivi di Badoere, svoltasi il primo maggio 2019, fu Alessio Portello (Rinascita Ormelle Friuli) seguito da Fabio Vidotto (Industrial Forniture Moro) e Voijoslav Peric (Borgo Molino Rinascita Ormelle).
"Sono contento perché siamo tornati al 2019, come vecchie abitudini, dopo aver trascorso due anni di grandi difficoltà - ha rilevato Checchin - tenendo presente che anche in qualche modo il ciclismo abbia potuto operare ma con la mancanza del pubblico che è una presenza importante. Un evento che conferma il lavoro straordinario che è sempre stato fatto e che il ciclismo rappresenta anche un importante veicolo per la promozione dell'economia e del turismo. Sono molto soddisfatto di questo evento ed il mio augurio è quello di completare l'attività domenica prossima nei migliore dei modi perchè Badoere lo merita".
"Grazie per la riconfermata fiducia nell'organizzazione alla nostra società - ha sottolineato Mario Pollon - e il nostro riconoscimento va nei confronti dei collaboratori che ci hanno consentito dopo due anni di ripartire".
A descrivere il percorso, che per questa edizione si presenta in parte rinnovato rispetto ai precedenti anche per la mancanza dello sterrato, è stato Danilo Michieletto precisando che il circuito è stato disegnato tra i Comuni di Morgano ed Istrana di 14,250 km da ripetere 8 volte per complessivi 114,08 km con partenza e arrivo da Badoere in Piazza Indipendenza "Rotonda", quindi la Provinciale 68, Via Roma, Via Marconi, la Provinciale 17, Via Ongarie, le Vie San Martino, Bassa, Castellana, delle Chizzette, Campagna, Morgana, Castellana Provinciale 5, il Semaforo di Ospedaletto, Vie dei Castellari, delle Fornaci, Badoere Provinciale 68, Molino e arrivo in Piazza Indipendenza. La partenza sarà data alle ore 14. La verifica delle licenze e la riunione con i direttori sportivi è stata fissata presso Centro Ricreativo. Alla corsa sono attualmente iscritti 170 concorrenti e tra loro i rappresentanti della Slovenia.
La presentazione è stata conclusa dagli interventi di Diana Ziliute e da Patrizio Sarto che si sono soffermati rispettivamente su i temi legati all'impegno nella crescita delle categorie giovanili del ciclismo e agli effetti creati dalla pandemia nello sport.
"Quello che noi dobbiamo trasmettere ai più giovani - ha detto Ziliute - è ciò che veramente è stato trasmesso a noi quando abbiamo cominciato a correre e che sono molto importanti come gli elementi basilari. Bisogna fare in modo che i corridori possano conoscere i propri limiti perché non è soltanto la forza delle gambe che fa vincere ma anche la testa, la passione, l'amore per quello che si fa tenendo ben presente che alla base di un vero sportivo debba esserci l'umiltà. I grandi campioni prima di diventare tali debbano aver svolto il ruolo di gregari e questo per me è l'A, B, C… dello sport". "I ragazzi di oggi vogliono tutto e subito non hanno pazienza - ha proseguito - e il compito nostro, anche se può sembrare banale, è anche quello di evitare la tanta fretta di raggiungere gli obiettivi come avviene nella vita e nel lavoro. Prima di pretendere bisogna impegnarsi, sacrificarsi, saper dare e solo allora possiamo pensare di poter raggiungere qualcosa in più".
"Ho sempre amato il ciclismo perchè mi consentiva di allenarmi quando ero più giovane - ha detto dal canto suo Sarto - ma quello che posso dire è che lo sport segna la strada e praticando quello minore mi ha dato più forza di poter raggiungere qualche obiettivo". "Il Covid, purtroppo - ha continuato - ha disintegrato tutto ma ho l'impressione che facilmente ce ne siamo dimenticati di tutto nonostante ci abbia cambiato la vita. Intanto i giovani sono stati quelli che di più hanno sofferto la pandemia e noi adulti non possiamo dimenticarci dei giovani ed abbiamo il dovere morale di stare attenti a loro perchè sono quelli che pagheranno di più ciò che è successo, sia atleti che non, perché sono stati segregati in casa ed era doveroso farlo ma sono stati isolati forzatamente e questo non era mai avvenuta prima. Quindi per quello che ho potuto constatare con il mio lavoro sono i giovani che sono cambiati e tutti noi, compresi i nonni, abbiamo sofferto la mancanza del collegamento con loro. Ci siamo resi conto che i giovani escono da questo mondo fortemente cambiato e dobbiamo collaborare per recuperare quello che è successo ai ragazzi: depressione, disturbi del sonno e alimentari, problemi di neuropsichiatria e tutti noi abbiamo un senso di responsabilità importante". "Il mondo dello sport ne ha pagato le conseguenze perché consentiva la socializzazione - ha concluso - e se il virus danneggia le persone più giovani? La risposta è si anche se in una percentuale minore. Da i dati che abbiamo raccolto anche su Treviso circa il 3 per cento dei ragazzi è stato infettato dal virus ma non dobbiamo dimenticare quello che lascia: profonda astenia, depressione, dolori muscolari e caratterizza il 13-20% dei ragazzi che si sono imbattuti nel virus due anni fa ma poi le cose sono cambiate progressivamente. Situazioni che sono nate anche dall'incapacità di potersi allenare ma che dobbiamo rassegnarci all'idea che non è finita. Stiamo insieme e uniti e cerchiamo di uscire da questo disastro".
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