Problemi alle vie respiratorie, virus, influenze, miocarditi: mai come in questo avvio di stagione stiamo assistendo a una vera e propria ecatombe. Lo abbiamo scritto e denunciato più volte, occorrono analisi, valutazioni e interventi per affrontare un fenomeno che non può essere ulteriormente sottovalutato. L'elenco dei corridori che sono stati costretti allo stop e che soprattutto faticano a ritornare ad avere una condizione accettabile è sempre più lungo.
Lo chiedono i corridori, lo chiedono i team, lo chiedono i medici sociali che si stanno attrezzando da soli per far fronte ad un fenomeno del tutto inedito. Colpa del Covid, del relativo vaccino o di che altro? Le domande sono tante davvero.
«Che ci sia una diretta correlazione con il Covid-19 non è provato» ha spiegato al Corriere dello Sport il dottor Antonio Angelucci, medico chirurgo specializzato in Medicina dello Sport con una lunga esperienza in campo ciclistico. «Queste siuazioni sono tipiche di chi ad inizio stagoone affronta un carico di lavoro molto importante, corre in condizioni climatiche proibitive e magari è reduce da ritiri in località più temperate. Adesso si è aggiunta la variabile del Covid, che rispetto ad altre influenze lascia più strascichi sul fisico, soprattutto a livello muscolare, con stati infiammatori in grado di incidere sulla prestazione».
«Questa storia ci ha preso alla sprovvista. Nella fase acuta, avevamo da affrontare uno stato di emergenza, adesso per certi aspetti siamo però in una situazione anche più complessa perché ci stiamo misurando quotidianamente con conseguenze inattese – ammette il dottor Emilio Magni, responsabile sanitario del Team kazako Astana, la formazione di Vincenzo Nibali -. Siamo di fronte a realtà cliniche che sono un vero e proprio ostacolo. Però mi lasci dire che al momento se ne sa ancora troppo poco per dare delle risposte: stiamo raccogliendo dati. Quello che ci preoccupa è che i ragazzi si ammalano facilmente e, soprattutto, faticano a recuperare. Ogni squadra di World Tour (la massima serie del ciclismo, ndr) sta raccogliendo i propri dati, ma non le nascondo che c’è un continuo e costante feedback con i colleghi. In questo momento, stiamo andando a Torino a fare tre risonanze magnetiche cardiache con mezzo di contrasto, questo per escludere le miocarditi. Cosa le posso dire? È una situazione molto delicata, che merita attenzione e prudenza».
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