Da Cristiano Ronaldo a Neymar, passando per Djokovic e Mauro Icardi: la camera ipobarica piace, ed è sempre più utilizzata da sportivi professionisti. Tra questi, in ordine di tempo, anche il trionfatore del Fiandre, Mathieu Van der Poel, che sulla Gazzetta di ieri, con assoluta serenità, perché nulla è vietato per lui e i sopracitati campioni, spiega: «Invece la Liegi non dovrei farla perché dopo la Roubaix mi allenerò a Denia, in Spagna, e starò nell’hotel che ha le stanze che simulano l’altura».
Nessun problema, per gli sportivi forestieri, ma per l’Italia, questa è e resta una pratica vietata. È giusto o è sbagliato? Non spetta a me dirlo, ma è bene che la comunità scientifica si interroghi: dalla Nado-Coni, alla Wada, per finire all’Uci, che forse dovrebbe far in modo che tutti gli atleti siano trattati allo stesso modo. È solo una piccola e banale considerazione, che merita anche in questo caso una presa di posizione: forte e chiara.
Ma quali benefici apporta la camera ipobarica? Vi riporto il virgolettato del professor Vincenzo Zanon, specialista in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee e responsabile medico del Servizio Ossigeno Terapia Iperbarica (OTI) dell’Istituto Clinico Città di Brescia. «Vi sono due sistemi di ossigenazione che vantano dei possibili benefici in ambito sportivo, e sono opposti tra di loro: ricorrono rispettivamente alla ossigenazione ipobarica o a quella iperbarica e tra le due c'è una grossa differenza.
Nella camera iperbarica la pressione atmosferica aumenta e si simula quanto accade quando si va verso le profondità del mare, come in subacquea. Con la camera ipobarica, al contrario, la pressione diminuisce e si simula quello che avviene salendo di altitudine, come quando si va in montagna».
E ancora… «Tranne che per necessità (non-sportive) di acclimatamento artificiale, non me la sento di suggerire l’uso di una camera ipobarica. Per quanto ne so, in Italia il ricorso all’ipobarica per migliorare le prestazioni resta una pratica vietata, e non credo proprio rientri nei canoni etici richiesti dalla WADA (la Agenzia mondiale anti-doping, ndr), per quanto quest’ultima sembri non vietarla. L’ipobarica ha come effetto quello di aumentare l’eritropoietina, l'ormone responsabile della produzione di globuli rossi (parte corpuscolata del sangue che promuove lo scambio d’ossigeno negli organi e nei tessuti del corpo). In questo modo si aumentano marcatamente le prestazioni aerobiche e, di fatto, viene falsato il risultato della prestazione sportiva».
Questa tesi, chiaramente, vale solo qui da noi in Italia, perché per il resto del mondo è solo aria fritta. Ma è davvero aria fritta? In attesa di una risposta, vado a prendermi una boccata d’aria: sul balcone.