In questo 2022 per lui i giorni di corsa sono stati appena otto, con 3 vittorie e un terzo posto straordinario. Mathieu Van der Poel in otto giorni ha dimostrato a tutti la sua supremazia, fatta non solo di forza fisica ma di tattica e strategia, che lo hanno portano ad essere uno dei più incredibili strateghi del ciclismo.
Sono trascorsi appena 16 giorni dal suo rientro alle gare, quando alla Milano-Sanremo ha conquistato un incredibile terzo posto alle spalle di Matej Mohoric e Anthony Turgis. Un esordio spettacolare in quella Classicissima che a lui non fa impazzire.
Due settimane dopo quel piazzamento, Mathieu è tornato al Giro delle Fiandre per riscattare il secondo posto ottenuto lo scorso anno, quando in un altro finale a due, ha dovuto consegnare la vittoria al danese Asgreen.
«Il finale di questa corsa lo conosco molto bene - ha dichiarato ieri Van der Poel al termine della gara -. Non ero preoccupato per chi stava arrivando da dietro, ma pensavo al mio sprint insieme con Pogacar. Mi interessava solo quello». Lo sprint di Mathieu è stato perfetto, aveva calcolato nei minimi dettagli tutto ciò che sarebbe potuto accadere. La corsa è andata come lui aveva deciso e, nonostante il dolore atroce nelle gambe, ha portato a termine quel disegno che si era costruito nella sua mente.
«Conosco ogni metro del finale del Fiandre e sapevo perfettamente che c’era un punto in cui spianava leggermente e avrei potuto recuperare e fare quello che avevo in mente e l’ho fatto. E’ stato in quei momenti che nella mia testa ho ordinato tutte le idee. Mi dispiace per Pogacar perché penso che alla fine il più forte in corsa sia stato lui».
Il passaggio sul Paterberg, l’ultimo muro, è stato il suo momento più difficile. «Quando abbiamo affrontato il Paterberg le gambe mi facevano malissimo e c’è stato un momento in cui ho pensato che avrei potuto mollare la presa, ma non l’ho fatto e a quel punto sono andato dritto fino alla fine».
Perdere non è una parola che l’olandese vuole usare, per lui che ama la perfezione, le corse non si perdono e l’unica cosa che vuole inseguire sulla strada è la vittoria. Van der Poel ha partecipato 4 volte alla Ronde, la prima nel 2019 quando, dopo una caduta è arrivato quarto, nel 2020 ha battuto il suo rivale Van Aert nello sprint e lo scorso anno, ha consegnato la vittoria ad Asgreen. Quest’anno, nel momento in cui aveva deciso di correre, sapeva di dover vincere.
Per lui la stagione si è aperta con il terzo posto alla Milano-Sanremo, cui sono seguite la Coppi e Bartali con il successo arrivato a Montecatini nella quarta tappa, e infine la Dwars doors Vlaanderen, l’antipasto del Fiandre.
Van der Poel si era infortunato alla schiena nella prova di mountain bike dei Giochi di Tokyo: dopo un difficile rientro alle gare, aveva dovuto accettare l’idea di fermarsi e rinunciare al suo amato ciclocross per curarsi. «È stata una decisione difficile da prendere e non posso dire che i primi giorni siano stati divertenti. Ma ho usato questa occasione per lavorare in modo diverso. Ho scoperto ciò che non conoscevo: momenti senza bici durante l'anno. Prima del mio infortunio la mia vita era solo ciclismo: incastravo il ciclocross con la strada, poi con la mountain bike e così via. Per la prima volta ho potuto preparare il mio ritorno alle competizioni come avrei voluto, non mi ero prefissato nessun obiettivo, anche se potevo immaginare una buona ripresa per l'Amstel e le Ardenne. Solo di recente avevo pensato tra me e me che il Giro delle Fiandre poteva essere fattibile».
La Ronde è stato un altro dei suoi capolavori, ma la stagione per lui è appena iniziata e già la prossima settimana lo rivedremo correre. Tornerà a correre l’Amstel Gold Race, la corsa di casa, la Classica olandese della birra e poi di nuovo sarà alla partenza della Parigi-Roubaix. Lo scorso anno per la prima volta ha corso la Roubaix e, con il terzo posto conquistato, ha capito che anche la Regina delle Classiche è alla sua portata. Non lo vedremo invece alla Brabantse Pijl e alla Liegi-Bastogne-Liegi. Dopo l'Inferno del Nord, Van der Poel si preparerà per il Giro d'Italia. Quest’anno l’olandese ha intenzione di portare a termine due grandi giri. «Voglio venire al Giro perché ci sarà subito una possibilità per conquistare la maglia rosa. Questo è il vero motivo per il quale ho deciso di disputare la corsa».
Il Giro partirà quest'anno dall’Ungheria con una tappa che sarà adatta proprio a corridori come lui. Ma anche la cronometro di poco meno di dieci chilometri del secondo giorno e qualche salita nei giorni successivi, saranno occasioni che gli permetteranno di tenere per qualche giorno la maglia di leader. Van der Poel correrà anche il Tour de France e allora in molti si chiedono se lascerà la corsa rosa, per prepararsi al meglio per la Grande Boucle. «Non è una opzione per me interrompere il giro prima delle tre settimane - ha chiarito l’olandese -. In realtà lo scorso anno volevo finire anche il Tour ma era una situazione diversa. Ho già fatto presente alla squadra che non andrò via dopo dieci giorni di Giro. È mia intenzione completare sia il Tour che il Giro quest'anno».