Dal “supertuck” al “Dropper seatpost”, dal volo a testa in giù in una tappa del Giro d’Italia, al volo dal Poggio, per salire sul gradino più alto del podio della Sanremo, la prima classica monumento vinto da uno dei corridori più intelligenti e dotati, capaci di giocare con la bicicletta e le parole, visto che parla comodamente cinque lingue.
«La bici ormai ha una tecnologia da F.1, e quando c’è un’innovazione, l’importante è che l’abbia tu per primo. Ti capita una volta sola nella vita di avere una chance così», ha detto ieri pomeriggio, con quei suoi occhi scintillanti e un sorriso che illuminava tutto. Lo sloveno è un maniaco della ricerca e dell’innovazione: gambe forti e cervello fino. Se c’è da studiare come migliorare il mezzo o la posizione in sella, lui è lì a trainare il gruppo: in gran segreto.
Ha inventato la posizione ”supertuck”, quella con il corpo schiacciato sul tubo orizzontale della bici, che ha mandato su tutte le furie l’Uci, tanto che l’ha bandita perché troppo pericolosa in discesa. Ieri è ricorso al “Dropper seatpost”, utilizzato nella mtb, ma mai prima di ieri e su una bici da strada «Non lo sapeva nessuno, nemmeno i compagni – ha ammesso -. Nessuno l’ha usato in passato perché magari pensavano che non servisse o che era troppo pesante. Adesso lo vorranno tutti. Come in F.1: prima c’erano solo i pedali dell’acceleratore e del freno, oggi ci sono centinaia di bottoni».
Di cosa si tratta? È presto detto: è un sistema in uso da tempo nella mountain bike che consente al corridore/biker di modificare l’altezza della sella. Se questa scende (per periodi non eccessivamente lunghi, perché altrimenti si va a influenzare negativamente l’efficacia della pedalata, ndr) si abbassa il baricentro del corridore. Più è basso e migliorare sarà la guidabilità del mezzo, aumentando stabilità e aderenza. «Così è stato – ha aggiunto Mohoric, che è alto 1.85 -: con la collaborazione di Merida (il costruttore della bici, taiwanese, uno dei più grandi al mondo, ndr) e Fsa-Vision, abbiamo comprato su internet e montato questo tubo reggisella regolabile, che è compatibile con la mia bici Scultura perché ha il tubo rotondo. La prima versione alzava e abbassava la sella di 12 centimetri, ma era troppo: così ho montato quella da sei. Il sistema è idraulico e si aziona con una rotella montata sul manubrio. In cima al Poggio l’ho abbassata, poi alzata nei tratti rettilinei in discesa più veloci». Quel matto di Matej, l'amico geniale...