L’analisi di Wout van Aert, dopo la Milano-Sanremo non lascia dubbi: il fiammingo è deluso, anche se ha la consapevolezza di aver fatto tutto ciò che poteva. «Non ho rimpianti per come ho corso, ma sono certamente molto deluso». Il belga era partito da favorito per questa corsa e sperava di poter ripetere quanto fatto nel 2020, quando fu proprio lui a tagliare per primo il traguardo su via Roma, ma così non è stato e si è dovuto accontentare dell’ottavo posto.
Il fuoriclasse della Jumbo-Visma non ha resistito all'attacco di Mohoric, le sue energie migliori le ha date sul Poggio, per resistere agli attacchi di Pogacar.
«Pogacar ha attaccato in anticipo sul Poggio ed è lì che ho dato le mie forze, mi sarei dovuto sedere come ha fatto Mohoric, ma come fai a saperlo, quello poteva essere l'attacco giusto». Mohoric la sua Sanremo l’ha calcolata in ogni dettaglio e già durante l’inverno era venuto a fare dei sopralluoghi, per capire quale poteva essere la migliore strategia. «Non sono stato sorpreso dall'attacco di Mohoric. Sapevo perfettamente che se fosse rimasto nel gruppo dei migliori fino al Poggio, avrebbe cercato di fare la differenza in discesa ed è quello che è successo».
Wout van Aert e Roglic in corsa si sono parlati poco, solo dopo il traguardo i due compagni di squadra hanno parlato. Poche parole senza guardarsi mai negli occhi, poi Roglic è andato immediatamente verso i pullman, mentre Van Aert ha risposto alle domande dei giornalisti. «Non c'è stata molta collaborazione con gli altri. Ho corso per vincere, come faccio sempre, ho continuato ad inseguire e a rispondere. Anche Mathieu van der Poel ha fatto la stessa cosa, ma gli altri hanno pensato subito al podio. È un loro diritto ma io in corsa preferisco sempre combattere fino alla fine».
Non c’è stata quella seconda vittoria che tanto desiderava van Aert, perché le energie migliori le ha date per rispondere agli attacchi di Pogar, cercando di rimanere tra i corridori che potevano giocarsi la vittoria. «Ho tirato le mie frecce migliori con quegli attacchi di Tadej Pogacar – ha continuato il fiammingo – Poi quando ho visto che non ero alla ruota di Mohoric, ho capito che quella era diventata una situazione pericolosa. Tutta la corsa era andata come previsto, abbiamo fatto una gara molto veloce, sulla Cipressa avevamo tutto sotto controllo, ma la situazione è cambiata dopo».
La Jumbo-Visma voleva vincere e ha controllato bene la corsa, poi sono arrivati gli uomini della UASE Emirates, con Davide Formolo, che si è messo in testa al gruppo a tirare.
«Quando gli uomini l’UAE Emirates sono arrivati davanti, sapevo già che volevano rendere la gara difficile. Ha funzionato e penso che questo sia stato anche a mio vantaggio. Ma gli attacchi di Tadej Pogacar sono arrivati in anticipo rispetto a quanto avevamo ipotizzato e sono stati tutti pesanti. La corsa è andata così, abbiamo pensato di fare la cosa migliore in quel momento. Non è mai possibile fare delle previsioni e nessuno poteva sapere quale sarebbe stato l’attacco giusto. Mohoric è stato bravo, non lo conosco personalmente ma ho avuto informazioni da Primoz (Roglic) e sapevo che sono anni che stava preparando questa gara. Forse avrei dovuto seguirlo subito, ma ero preso da ciò che avrebbero potuto fare Pogacar e Van der Poel. Io ho combattuto e sono venuto per vincere, altri evidentemente solo per allenarsi».