In seguito alle decisioni dell’Unione Ciclistica Internazionale, la Gazprom-Rusvelo è stata fermata e con lei anche tutti i suoi corridori, che in gran parte non hanno nulla a che fare con la Russia. La questione della Gazprom-Rusvelo non è facile da gestire, perché la dirigenza è russa, così come la licenza, anche se la sede è in Svizzera e una parte di gestione del team è in Italia. Inoltre se guardiamo solo nove corridori sono russi, mentre i restanti dodici provengono da Italia, Repubblica Ceca, Spagna, Costa Rica e Norvegia.
A raccontare qul che accade in seno al team sono il veneto Marco Canola e il norvegese Erik Lunder, che al momento non hanno intenzione di abbandonare la squadra. Marco di anni ne ha 33 e nella squadra di Renat Khamidulin è arrivato nel 2020, mentre Erik di anni ne ha appena 22 e lo scorso anno nel team è approdato come stagista e, grazie alle prestazioni, è riuscito a ottenere un contratto biennale.
«Grazie per i messaggi e della vostra preoccupazione, io sto bene». Queste sono le parole che Marco Canola ha voluto dire a chi lo segue e si è preoccupato per la sua situazione. Il vicentino è tornato a casa e, anche se non può prendere parte alle gare, continua a lavorare per essere pronto alla prima chiamata. «Sono anche in una buona condizione atletica, pronto per correre. Dobbiamo avere pazienza, abbiamo un manager che sta facendo il possibile per lanciare un messaggio importante e dare a tutti la possibilità di gareggiare».
Anche Erik è tornato a casa nella sua Norvegia: grazie a lui e al collega Fredrik Dversnes la squadra era stata invitata al Giro di Norvegia. Purtroppo tutto è cambiato ma anche Erik è convinto che qualcosa presto possa accadere. Non ha intenzione di lasciare la squadra che ha creduto in lui, ma al tempo stesso sa che la Federazione Ciclistica Norvegese vuole aiutarlo e sta lavorando per fare in modo che possa tornare a correre. «Non ho intenzione di abbandonare la squadra – ha detto Erik Lunder –: loro hanno deciso di credere in me e per questo io voglio credere in loro. So che stanno cercando delle soluzioni e io non mi sento di abbandonarli».
La squadra avrebbe dovuto partecipare alle corse italiane, ma lo stop dettato dall’UCI, ha imposto alla squadra di fermarsi con quelle due vittorie conquistate nel mese di febbraio. «Molte persone ci stanno supportando e anche la mia federazione mi ha voluto incontrare. Ho parlato con il nostro presidente Jan-Oddvar Sørnes, che mi ha voluto rassicurare, dicendomi che, se sarà necessario, mi aiuteranno a trovare una nuova squadra. Ma io per il momento voglio rimanere dove sono».
Tutti i corridori della Gazprom-Rusvelo sono ottimisti e pensano che un dialogo con l’UCI possa portare ad una soluzione e permettere, in qualche modo, alla squadra di non chiudere e far tornare i ragazzi a correre. Questo è quello che vorrebbe Marco Canola, per se stesso e i suoi compagni. «Speriamo che l’Unione Ciclistica Internazionale ci lasci aperta una porta per farci continuare a correre. Io e i miei compagni non molliamo e sono certo che ci rivedremo in gara più forti di prima».