È dura, molto dura per il nostro ciclismo. Le nostre Professional fanno i salti mortali, senza garanzie e senza certezze, navigando a vista, anche se alla fine gli organizzatori non hanno remore ad invitare Bardiani Csf Faizané, Drone Hopper Androni Giocattoli e Eolo Kometa. Tre squadre ben strutturate, che non solo devono lottare contro i team di World Tour (media di budget 20 milioni di euro a stagione), ma anche contro quei team di seconda divisione che dispongono di budget se non tre volte più importanti, almeno del doppio.
La Bardiani Csf Faizané, già a segno in questo inizio di stagione con Alessio Martinelli, ha un potenziale di circa 3 milioni e 800 mila euro. La Drone Hopper Androni Giocattoli, con tre vittorie stagionali è appena superiore ai 3 milioni. La Eolo, a segno con Giovanni Lonardi, dopo una stagione molto buona è riuscita ad incrementare il proprio budget anche per trattenere buoni corridori come Lorenzo Fortunato ed è appena sopra i 4 milioni di euro, ma di questo budget fanno parte anche due squadre di svilippo giovanile, juniores e under 23, che assorbono circa 500 mila euro. Ma non c’è più confronto con i pari grado di seconda divisione della Alpecin Fenix (3 vittorie) di Mathieu Van der Poel che dispone di 12 milioni di euro. Così come i francesi dell’Arkea (5 vittorie), che hanno lo stesso budget. O i connazionali della TotalEnergies (3 vittorie) di Peter Sagan con un budget di 10 milioni di euro. Fanalino di coda – si fa per dire – la nuova formazione norvegese Uno-X Pro Cycling Team (5 vittorie), sponsorizzata da una compagnia petrolifera, destinata a salire di grado ben presto, e che per il momento si accontenta di gestire la miseria di 8/9 milioni di euro.
Questo per dire che cosa? Che ai nostri Bruno Reverberi, Gianni Savio e Ivan Basso. andrebbe fatto in ogni caso un piccolo monumento, in attesa che aumentino gli emolumenti.