I capitani del Team Bahrain Victorious dal training camp di Altea, in Spagna, hanno rivelato i loro piani per il 2022. Partiamo dai due leader italiani, il campione nazionale ed europeo Sonny Colbrelli che vincendo la Paris Roubaix sarà il capitano designato nelle classiche e Damiano Caruso, che con il podio conquistato al Giro d'Italia merita senz'altro più spazio nei grandi giri ma ancora sta “lottando” per scalare le gerarchie interne.
«Il mio calendario sarà a grandi linee come quello di quest'anno, comincerò in Belgio con Omloop Het Nieuwsblad e Kuurne–Brussels–Kuurne, poi parteciperò a Parigi-Nizza o Tirreno-Adriatico in vista di tutte le classiche dalla Sanremo alla Roubaix. Avrò al mio fianco compagni fondamentali come Matej Mohoric, Heinrich Haussler e Fred Wright» esordisce il 31enne bresciano. «L'off season è stato intenso tra premiazioni e impegni vari, ma con la testa sono già focalizzato sul 2022. Voglio mantenere il livello raggiunto o migliorarlo. Per riuscirci trascorrerò più giorni in altura a inizio stagione, come fatto dopo il Tour. La popolarità non mi ha cambiato, sono il Sonny di sempre e questo per me è fondamentale». Quando ripensa alla sua esultanza nel velodromo di Roubaix cosa prova? «La stessa emozione di quel giorno. Rivedo spesso la gara e ogni volta sono sempre più contento. Quel momento ripaga tanti anni di sacrificio, mi dà morale e voglia di ottenere tanti altri successi di questo calibro. L'anno scorso mi sono sorpreso in tante corse, la chiave di volta è stato il Campionato Italiano che ho vinto in modo atipico per me. Ho capito finalmente che non dovevo aspettare sempre la volata, dove trovavo spesso e volentieri uno o due più veloci di me, ma attaccare in prima persona. Sicuramente le aspettative d'ora in poi saranno più alte nei miei confronti, ma ho maggiore consapevolezza del mio valore e lavorerò sodo per farmi trovare in condizione fin dalla Milano-Sanremo» promette Sonny.
«Riguardo ai programmi per me invece non c'è ancora nulla di ufficiale. Stiamo cercando un punto di incontro tra i miei desideri e le esigenze della squadra, la prossima settimana decideremo nel meeting che avrò con dirigenza e tecnici» confida Damiano, che preferisce essere considerato un leader che un capitano. «Nella mia 14a stagione da professionista spero di continuare il trend positivo degli ultimi due anni in cui sono riuscito a vincere. Vorrei continuare ad alzare le braccia al cielo. Dove, come e quando ancora non lo so. Quest'anno è successo al Giro e alla Vuelta, il secondo gradino del podio finale alla corsa rosa è stato la ciliegina sulla torta. L'edizione 2022 prevede due tappe nella mia Sicilia quindi mi alletta parecchio. Conosco le strade molto bene, mi piacerebbe essere presente. Sarebbe un bel regalo per i tifosi, un orgoglio e motivazione extra per me. La concorrenza dei giovani è altissima, io e i miei coetanei possiamo usare la nostra esperienza per stare con loro, ma non è facile. Puoi allenarti per tutto ma se uno ha più talento di te non puoi farci nulla. Negli anni ho preso parte praticamente a tutte le gare possibili, il Fiandre mi manca ed è un'esperienza che vorrei fare. La Roubaix invece mi è piaciuto vederla in tv, soprattutto quest'anno che ha vinto Sonny, e ho intenzione di continuare ad ammirarla comodamente dal divano» racconta sorridendo il 34enne ragusano.
Per continuare ad essere protagonista nelle corse a tappe la formazione dello sceicco Nasser bin Hamad Al Khalifa si affida al basco Mikel Landa, che proprio oggi spegne 32 candeline. «Come regalo chiedo solo salute e fortuna. Il 2021 è stato terribile ma nei mesi scorsi ho rimosso tutta la ferraglia che avevo in corpo e sono fiducioso che nel 2022 potrò raggiungere l'obiettivo che mi ero posto a fine 2020: tornare a divertirmi e ad essere competitivo. Il percorso del Giro d'Italia (che un anno fa dovette abbandonare in seguito alla brutta caduta di cui è stato protagonista nella 5a tappa, quando rimediò parecchie fratture costali e si ruppe la clavicola sinistra, ndr) è adatto alle mie caratteristiche, presenta tanta salita e poche crono, mi piacerebbe disputare sia la corsa rosa che il Tour de France ma con il team non abbiamo ancora definito i programmi. La mia ambizione? Quella di sempre: vincere un grande giro» commenta lo spagnolo.
Nutre lo stesso sogno Jack Haig, che nel 2021 è riuscito a salire sul podio finale della Vuelta. «Inizierò alla Vuelta Valenciana, lo UAE Tour sarà la mia prima gara World Tour del 2022, poi svolgerò un programma simile a quello dell'anno passato con Parigi-Nizza e Catalunya. Il terzo posto nella generale della Vuelta mi ha dato la consapevolezza di poter lottare con i migliori per la classifica nei grandi giri, quest'anno punterò tutto sulla Grande Boucle. Non sono un amante del freddo e della pioggia, la mia ultima partecipazione al Giro risale al 2020 (non potè portarlo a termine per colpa del covid che colpì il suo team di allora, la Mitchelton-Scott, ndr), piuttosto che correre in Italia a maggio preferisco presentarmi al via di Tour e Vuelta, gare in cui il clima tradizionalmente è più caldo» racconta il 28enne australiano di Southport.
In chiusura ecco le parole del 27enne sloveno Matej Mohoric, che di recente ha lanciato una fondazione per i giovani ciclisti del suo Paese: «È un progetto a cui tengo molto, che servirà ai bambini per avvicinarsi allo sport e permetterà loro di proseguire negli anni anche in caso non se lo possano permettere economicamente. So che anche i miei connazionali Tadej Pogacar e Primoz Roglic vogliono dare il loro contributo per le nuove generazioni, che hanno sempre meno gare e possibilità. È nostro dovere aiutare i più piccoli. Io sono passato professionista a 19 anni e sempre più giovani arrivano al professionismo in tenera età». E sul suo calendario agonistico aggiunge: «Inizierò in Spagna, probabilmente con la Valenciana. I miei primi obiettivi coincideranno con il week end di apertura delle classiche belghe e a seguire con Strade Bianche, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo, Fiandre, Roubaix e Liegi, quindi preparerò il Tour de France, a cui vorrei arrivare passando dal Giro di Slovenia. Nel finale di stagione occhi puntati al mondiale dopo BinckBank Tour e le gare in Canada. Come squadra siamo stati davvero competitivi nel 2021, nonostante la sfortuna ci abbia colpito in più occasioni, e siamo già al lavoro per un 2022 da protagonisti. Siamo partiti dalle basi e siamo sempre più attenti ai dettagli».