Per Tom Pidcock la gara di oggi in Val di Sole sarà la prima vera esperienza sulla neve. Un test importante per il britannico, che ieri ha potuto provare il percorso di gara e ne ha riportato impressioni positive. Per me questa è la prima volta che correrò sulla neve».
Pidcock ha voluto fortemente partecipare a questo appuntamento che considera un’esperienza importante nella vita di un atleta che fa ciclocross. Il ventiduenne britannico non può contare su una esperienza sulla neve ma non vede l'ora di correre, per vedere l’effetto di una gara su un manto nevoso. «Quando a casa mia ha nevicato, ho preferito andare in mountain bike con gli amici», confessa.
Pidcock è un corridore completo e nella sua giovane carriera vanta già due maglie iridate, conquistate nella categoria under23 di ciclocross e mountain bike, e il titolo olimpico vinto a Tokyo sempre nella mountain bike.
Grazie alla gara in Val di Sole, l’UCI chiederà nuovamente al CIO di includere il ciclocross nelle Olimpiadi invernali e Pidcock sarebbe tra i primi a dare la caccia alla prima medaglia olimpica del ciclocross. «Ieri ho fatto una prima ricognizione – Hha detto Pidcock –, il percorso è molto difficile. Anche tecnicamente assomiglia un po' alla sabbia e sappiamo che oggi sarà freddo e per questo mi aspetto che la superficie sia diversa ad ogni giro».
Un percorso tecnico e difficile che però piace al corridore britannico. «Nelle foto il tracciato sembrava piatto, ma c'è in realtà un po' di differenza di altezza. Sarà interessante vedere come andrà la corsa, perché è sempre molto diverso da quello che vediamo in un allenamento. Sarà sicuramente una gara aperta fino alla fine e importante sarà scegliere la propria strada e il proprio ritmo».
Il britannico guarda positivamente a questa nuova esperienza di corsa sulla neve, considerando la Val di Sole un’opportunità per arrivare alle Olimpiadi. «Devi provare la neve in gara almeno una volta e non potrà far male. Ognuno sarà in grado di formarsi la propria opinione in seguito. Sarebbe un vantaggio per il nostro sport se dovessimo arrivare alle Olimpiadi. Ecco perché non penso che sia così male».
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