Francesca Barale è una vecchia conoscenza degli Oscar tuttoBICI: ossolana e tesserata per il Vo2 Team Pink, dopo il premio come miglior esordiente nel 2017, quello tra le allieve di due anni fa, e il primo da junior meritato nel 2020, quest'anno fa poker con il Gran Premio Mapei. La piemontese di Varzo (VB) concede il bis consecutivo e si conferma regina tra le Donne Juniores, precedendo, al termine di un duello serratissimo, la marchigiana Eleonora Ciabocco della Ciclismo Insieme - Team Di Federico, sua compagna di Nazionale. In terza posizione, un'altra atleta della Vo2 Team Pink, l'emiliana Carlotta Cipressi, anche lei azzurra ai mondiali. Figlia e nipote d’arte, Francesca mastica il ciclismo fin da piccola, ama le sfide e oggi ci rivela quelle che la aspettano nel 2022, tra maturità e salto nella massima categoria.
Sei arrivata a 4 Oscar, solo uno in meno rispetto alla tua campionessa di riferimento Elisa Longo Borghini.
«Veniamo dalla stessa zona e ci conosciamo da anni, abbiamo caratteristiche simili e mi piacerebbe raggiungere i suoi stessi traguardi. Intanto sono contenta di aver vinto di nuovo questo riconoscimento, significa che nelle ultime stagioni sono andata piuttosto bene. Dopo averlo conquistato l'anno scorso da primo anno ci tenevo a ripetermi e visto che purtroppo a fine 2020 non ci siamo potuti ritrovare a cena tutti insieme sono contenta che quest'anno potremo recuperare i festeggiamenti».
Il ciclismo è una questione di famiglia.
«Papà Florido e nonno Germano, entrambi ex professionisti, mi hanno aperto la strada ma all'inizio devo ammettere che la bici proprio non mi piaceva. Dopo una brevissima esperienza con gli sci e il nuoto, ho iniziato a gareggiare da G1. Vedevo il ciclismo come uno sport prettamente maschile e troppo faticoso. La prima corsa finii ultima, ero impaurita perchè c'era tanta gente a bordo strada ed ero terrorizzata dalla fatica. Andando avanti mi è piaciuto sempre di più e sono arrivati buoni risultati che mi hanno fatto appassionare a questo sport. Nonno mi segue da lassù, papà mi ha sempre spronato fin da piccola e ancora oggi mi consiglia, soprattutto su come comportarmi in gara».
Quanto è difficile conciliare scuola e sport?
«Quest'anno sarà il più duro, fino a giugno sarò impegnata con il Liceo Scientifico e dovrò prepararmi per affrontare gli esami, ma con la giusta organizzazione si può fare, poi andrò avanti di sicuro con gli studi. Non so ancora come, dove, cosa studierò, ma è certo che sono indirizzata verso materie scientifiche».
Elisa Balsamo ha dimostrato che da giovani si può vincere il mondiale e allo stesso tempo laurearsi.
«Davvero. Il ciclismo insegna ad essere costante, è una dote che devi avere per forza. L'allenamento è la cosa più importante, per essere competitiva devi avere forza di volontà e voglia di faticare, ci sono periodi in cui se ne ha meno, è normale, ma se pensi che quello che fai ha un fine, riesci a stringere i denti anche nei giorni più duri».
Tieni il conto delle vittorie?
«No. Quest'anno sono arrivata a quota 6 o 7, non saprei dire la cifra esatta. Il Campionato Italiano a crono è stato il successo più inaspettato, nelle precedenti settimane non ero andata bene. Preziosa è stata la partecipazione a Europei e Mondiali, più che per il risultato per l'esperienza vissuta in maglia azzurra».
Che atleta pensi di poter diventare?
«Tendo verso una passista scalatrice che va bene nelle corse a tappe. Sogno un giorno di vincere il Giro d'Italia perchè è una corsa di più giorni dura e nel nostro paese. Il ciclismo femminile è cresciuto tantissimo, oggi per una ragazza come me può essere a tutti gli effetti un lavoro e questo è molto importante. Sono contenta del piede che sta prendendo il movimento, era ora. La nascita di nuove gare e squadre sempre meglio strutturate invoglierà tante bambine a incominciare e a pensare di poter vivere di questo».
Come trascorri il tempo libero?
«Mi riposo (sorride, ndr). Mi piace leggere e guardare serie tv, ultimamente ho visto La Casa di Carta e You su Netflix. Quando ho più tempo, amo viaggiare».
Pronta al salto di categoria?
«So che per ambientarsi tra le grandi ci vorrà tempo, tra noi donne non essendoci la categoria Under 23 di mezzo il passaggio è tosto, ma sono tranquilla. Nella prima stagione da Èlite cercherò di accumulare più esperienza possibile per quelle a venire. Passerò alla DSM, ero un po' preoccupata perchè sarò l'unica italiana nella formazione femminile, ma ho voluto questa esperienza internazionale per uscire dalla mia comfort zone. Ho partecipato al primo ritiro del nuovo team a inizio novembre ed ho avuto una bella impressione».
Guardando al futuro come ti immagini?
«Spero di continuare con la carriera ciclistica, ma bisogna sempre avere un piano B. Anche se andasse tutto come sperato, per il dopo carriera avrò di sicuro voglia di fare altro. Ancora però non so cosa mi riserverà la vita».
Un consiglio per i giovani che ritireranno il loro primo Oscar tuttoBICI da una veterana come te?
«Fino alla mia età è importante divertirsi e pian piano crescere come persone e ciclisti. Per focalizzarsi appieno sullo sport c'è tempo, non bisogna bruciare le tappe. Per me il momento di fare sul serio è arrivato ora, sono pronta».
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ALBO D'ORO OSCAR TUTTOBICI DONNE JUNORES
1996 Alessandra D’Ettorre
1997 Samantha Loschi
1998 Simona Sagramoni
1999 Noemi Cantele
2000 Anna Gusmini
2001 Giorgia Bronzini
2002 Daniela Fusar Poli
2003 Laura Bozzolo
2004 Marta Bastianelli
2005 Marta Bastianelli
2006 Marina Romoli
2007 Gloria Presti
2008 Rossella Callovi
2009 Rossella Callovi
2010 Rossella Ratto
2011 Rossella Ratto
2012 Anna Maria Stricker
2013 Arianna Fidanza
2014 Sofia Bertizzolo
2015 Sofia Bertizzolo
2016 Elisa Balsamo
2017 Letizia Paternoster
2018 Vittoria Guazzini
2019 Sofia Collinelli
2020 Francesca Barale
2021 Francesca BARALE
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