Visita: mammografia, ecografia, ago aspirato. Diagnosi: carcinoma al seno. Lo stesso che aveva aggredito, mortalmente, le due sorelle. Risultato: intervento e terapie, controlli ed esami, ma anche una voglia, che era un sogno e che diventa un progetto, poi un pronti, infine un via. Via a “Abbracciamo l’Italia”: settemila chilometri e 68mila metri di dislivello, in bicicletta. Lei che in bicicletta non era mai andata.
Loretta Pavan ha ricominciato a vivere così: in bicicletta. Lo ha fatto con un compagno di viaggio, dunque di vita, Giorgio Murari. Lo ha fatto affidandosi ai suoi insegnamenti e consigli, dalle pedalate alle uscite, dagli allenamenti alle salite, dalle randonnée all’ultracycling, finché si è accorta che è proprio come diceva Murari, “una ciclista che non va né forte né piano, ma non si ferma mai”. Glielo ha insegnato anche la malattia, glielo ha insegnato anche quella terra di nessuno che sta tra la vita e la morte, quando aspetti il risultato di un esame e ti sembra di volare, ma senza paracadute.
Gianni Nizzero ha scritto “Abbracciamo l’Italia” (La Compagnia del Libro Editore, 112 pagine, 15 euro), la storia di Loretta Pavan, dal giorno di quella terribile diagnosi al momento in cui, in maglia rosa, è entrata in Piazza dei Signori a Vicenza, accolta da autorità e fotografi, e soprattutto dagli Amici del Quinto Piano, quelli che lottano per la vita e sfidano la morte, coscienti di avere un nemico dentro di sé. Quarantuno tappe, sola con Giorgio, sola fra la gente, sola fra automobilisti e altri ciclisti, solo con Dio, sola con la famiglia e anche con le sorelle, sola con se stessa. Sola ma sempre più convinta e consapevole, sola ma sempre più forte e vincente, sola ma sempre più solida e solidale, sola ma sempre più in compagnia, sola ma sempre più Loretta.
E che cosa volete che siano, dopo quello che ha passato e temuto, il Mortirolo e il Grappa, il caldo e la quarantena, le levatacce e le faticacce, il vento contrario e il traffico pesante. Un piacere. E poi il piacere di incontrare chi pedala insieme anche per un solo chilometro, di chi l’aspetta per domandare e ascoltare, per chiedere e sapere, per raccontare e sentire, di chi l’aspetta per avere una luce o una speranza, di chi l’aspetta e basta. E ad aspettarla c’è l’Italia: con le sue meraviglie, le sue sorprese, i suoi tesori, la sua bellezza.
“Credo che a ognuno di noi spetti la propria pedalata – scrive nella prefazione Davide Cassani, che qui si qualifica semplicemente ‘un ciclista’ -, con il proprio ritmo. Consapevoli che è fondamentale spingere sempre sui pedali. Anche quando il piede è a terra. E quello che ci riserverà la strada sapremo accettarlo, affrontarlo e, insieme, superarlo”.
E siccome gli utili di questo libro saranno interamente devoluti agli Amici del Quinto Piano (info su http://www.lacompagniadellibro.it/categoria-prodotto/libri/) e a sostegno dei malati oncologici e delle loro famiglie, Loretta pedala, continua a pedalare, anche giù dalla bici.
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