Oggi il pubblico italiano in mezzo al gruppo cercherà Vincenzo Nibali, il corridore siciliano che il Giro di Lombardia lo ha vinto 2 volte. Due vittorie indimenticabili per Nibali, arrivate nel 2015 e nel 2017, ognuna con un sapore diverso e speciale. «È la gara che più mi ha impressionato da quando sono diventato un corridore professionista – ha detto Nibali -. In tanti anni di carriera, è l'unica corsa che ho davvero cercato di non perdere».
Nibali questa corsa la conosce bene e nella sua carriera sulle strade lombarde oggi arriverà la sua quattordicesima avventura, in questa corsa che può dare tanto a chi la vince. «La salita di Civiglio è stata fondamentale, perché le mie vittorie sono state costruite lì, una in discesa e l'altra in salita. Tuttavia, per la storia recente de Il Lombardia, sarebbe riduttivo se venisse concentrato tutto solo su quello. Le salite del Ghisallo e del Sormano sono state due tappe importanti. Erano lontane dal traguardo ma le senti nelle gambe dopo averle scalate, indipendentemente dal fatto che il ritmo sia duro o meno. Il Lombardia va interpretato come una serie di momenti chiave».
Questa Classica Monumento, l’ultima della stagione, per alcuni rappresenta l’ultima occasione per salvare l'anno, mentre per altri, come Nibali, è la corsa che ti fa chiudere la stagione con la gioia vera. Tante volte abbiamo visto il siciliano partire come favorito, per lui però questo non è importante, perché ogni volta, quando sei su queste strade, fai un’esperienza diversa, capace di arricchirti e che ti renderà più forte. «Negli ultimi anni i media mi hanno sempre inserito tra i favoriti. Correre e vincere come favorito è complicato perché hai gli occhi di tutti su di te. Non puoi fare il tuo colpo a sorpresa. Nel 2015 ho vinto attaccando in discesa dopo aver provato in salita quando nessuno mi concedeva un metro. Si possono fare pochissime tattiche in questi casi, e spesso diventa un testa a testa tra pochi favoriti».
Nibali le sue vittorie le ha ottenute sfidando gli avversari, attaccando e puntando dritto verso il traguardo. «La mia tattica viene dall'esperienza. Il Lombardia è una gara che non perdona; ti logora. Anno dopo anno ho imparato a gestirmi. Da quando sono professionista, la via è sempre stata molto simile, e mi ha permesso di affinare la mia conoscenza delle salite. Sicuramente oggi ci sarà più incertezza e imprevedibilità, ma il mio approccio non cambierà».
E ancora: «In questa gara la distanza è una variabile importante perché siamo a fine stagione. Per le mie caratteristiche non posso che essere felice che sia così difficile. Non è una gara che puoi improvvisare e hai bisogno di un approccio adeguato. Chi è andato forte alla Vuelta, ad esempio, può avere un vantaggio se è riuscito a mantenere un livello di condizione costante. La performance di Roglic in questa settimana, ad esempio, ne è un chiaro esempio».
A Vincenzo Nibali questa corsa piace molto e questo per lui è uno stimolo importante per fare bene e cercare ogni volta il risultato migliore. «Il feeling che ho con questa gara è sufficiente come motivazione. L’ho corsa così tante volte e quasi ogni volta era un obiettivo del mio finale di stagione. Mi piace il percorso, le sue salite e da quando vivo a Lugano è diventata quasi la mia gara di casa. Il fatto che stiamo parlando di un Monumento la rende un bersaglio per molti grandi nomi. La motivazione è sicuramente un elemento decisivo nell'approccio di un corridore».
Nonostante conosca bene la corsa, il Lombardia riserva sorprese anche a Nibali: «Abbiamo affrontato l'arrivo a Bergamo solo due volte negli ultimi dieci anni. Nel 2014 e 2016, e sono state tra le pochissime volte in cui non ho preso parte a Il Lombardia. Questa volta l'ho studiato su carta. Ci sono salite diverse, più lunghe. Non c'è dubbio che sarà una giornata dura, ma il finale sarà tutto da decifrare».
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