Non stupisce più che il Giro dell’Emilia si preannunci con un menu ottimo e abbondante: funziona così da anni. Tanto da non far notizia la presenza al via di quasi tutte le squadre World Tour e di campioni che hanno scritto la stagione nelle classiche e nei grandi giri: se qui diventa regola ciò che in molte corse è un’eccezione, evidentemente Adriano Amici e la sua organizzazione ci hanno abituato bene.
A meno di un mese dalla classica, in calendario il 2 ottobre, i segnali del grande evento ci sono tutti. Come succede alle corse speciali in tutto, dall’albo d’oro fino allo spettacolare circuito finale che si arrampica cinque volte su San Luca, oltre ovviamente alla qualità organizzativa: in questo caso non si esagera nel parlare di appuntamento di prestigio.
Prstigiosa la gara, lo è inevitabilmente anche il cast. Valga un nome su tutti: Taddeo Pogacar, il numero uno in circolazione, due Tour e una Liegi già in bacheca a quasi 23 anni e l’idea non proprio campata in aria di essere il Cannibale di questa generazione. Facile pensare che si presenti sotto le Due Torri per preparare l’assalto al Lombardia della settimana successiva, ma lo sloveno ha un modo tutto suo per allenarsi ai grandi appuntamenti: correre per vincere. E c’è da giurare che proverà a farlo anche qui.
Con Pogacar, all’Emilia sono attesi anche i vincitori di Giro e Vuelta, il colombiano Egan Bernal e lo sloveno Primoz Roglic: Bologna potrà così assistere a uno dei rari confronti diretti fra i tre più forti nelle gare a tappe. Anche per loro vale lo stesso discorso: ci sta che pensino al Lombardia, ma su un arrivo come San Luca, dove tra l’altro Roglic ha già conquistato la maglia rosa nel 2019, proveranno a giocarsela.
Non bastassero i tre tenori, sono previsti Uran, Almeida e soprattutto il baby prodigio belga Evenepoel. A chiudere questo cerchio di fenomeni è il grande vecchio della bici: che si sia iscritto alla classica emiliana anche Alejandro Valverde, costretto a ritirarsi dalla Vuelta per una brutta caduta, è il segnale che l’ex iridato a 41 anni intende finire da protagonista una stagione tra le meno felici per lui.
In un Giro dell’Emilia degno di un mondiale, non mancano ovviamente gli italiani di grido. A cominciare dal migliore visto in stagione, Damiano Caruso, secondo al Giro e vincitore di un paio di tapponi memorabili, sulle strade rosa e alla Vuelta. Con lui anche Ciccone, azzurro ai Giochi e fin qui sfortunatissimo nelle corse a tappe, e tre emergenti: il bolognese Lorenzo Fortunato, rivelatosi col successo nella tappa dello Zoncolan al Giro, il modenese Giovanni Aleotti, già secondo al Tour de l’Avenir un paio di stagioni fa e azzurro agli Europei in Trentino, e il veneto Filippo Zana, lui pure sul podio del giro di Francia dei giovani. A conferma che, per quanto possano pensare alle gare che verranno, i team cercheranno prima di tutto di non sprecare un’occasione: in fondo, infilarsi in un albo d’oro fra i più completi del ciclismo aiuta ad arricchire la stagione.
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