Sul podio del Tour de l’Avenir: come il modenese Aleotti due anni fa, come solo altri tre azzurri in questo millennio. Volendo, come Gimondi e Baronchelli, unici italiani con De Rosso e Denti a vincere questa corsa a tappe mezzo secolo fa e anche prima. Nella sua stagione di forte crescita, Filippo Zana infila un altro risultato di prestigio: il talento veneto della Bardiani Csf Faizanè, da due stagioni alla corte della famiglia Reverberi, chiude al terzo posto il giro di Francia under 23 corso con la Nazionale, piazzandosi terzo nel tappone conclusivo, tra l’altro il suo terzo podio di giornata consecutivo. Non abbastanza per rovesciare le gerarchie della corsa, conquistata dal norvegese Tobias Johannessen per appena sette secondi sullo spagnolo Carlos Rodriguez, abbastanza però per portare a casa una conferma: essere uno degli emergenti di un ciclismo italiano alla disperata ricerca di facce nuove.
Zana, questo podio la rende più felice o dispiaciuto?
«Tutti e due. Sono felice di esser lì davanti in una corsa così importante, anche se si può sempre fare meglio. Il rammarico è avere un po’ dormito nella tappa dei ventagli, mi è costata un minuto anche se alla fine non ha inciso sulla mia posizione finale in classifica».
Bilancio dell’esperienza francese?
«Intanto è stato un onore indossare la maglia azzurra in una corsa di questo calibro: ci tenevo a far bene, il meglio l’ho dato nelle tappe in salita. In quella conclusiva Rodriguez ha attaccato da lontano, non stavo così bene da poterlo seguire e ho preferito muovermi sull’ultima salita. Sono contento del terzo posto finale, chi mi è arrivato davanti si è dimostrato più forte, complimenti a loro».
Complimenti anche a lei, che è andato bene al Giro e dopo ancora meglio: cosa ha capito di se stesso?
«E’ una bella stagione, almeno per ora. Ho capito che aver perso un paio di chili fa la differenza, almeno in salita».
Oltre ad aver acquisito maggior fiducia in se stesso.
«I risultati ti danno sicurezza, oltre al morale: lavori sempre meglio, quando c’è fiducia ti riescono più facilmente le cose anche se non sei al top».
Due vittorie con la Bardiani Csf in Croazia e in Repubblica Ceca, altrettante con la Nazionale sempre sulle strade ceche: quando farà centro in Italia?
«Spero presto, è l’aspetto negativo di questa buona stagione. Vincere non è mai facile, mi andrebbe comunque bene essere fra i protagonisti».
Dove, in particolare?
«Mi piacerebbe far bene al Lombardia, se la squadra deciderà di portarmi: l’ho corso l’anno passato, mi è piaciuto molto».
Prima le occasioni non mancheranno: in Italia, magari al Mondiale (anche se il percorso non è proprio adatto a lui, ndr)…
«Ora penso soltanto alle gare che mi aspettano con la Bardiani Csf Faizanè, se arriverà altro vedrò di farmi trovar pronto».
Zana, il suo podio al Tour de l’Avenir conferma che in Italia i giovani di prospettiva non mancano: non crede?
«Non sono pessimista e non solo perché ho 22 anni: penso a ciò che sta facendo vedere Bagioli alla Vuelta, ma anche ad altri. Non saremo tanti, ma qualcosa c’è».
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