Sulla strada verso Libourne, Matej Mohoric ha voluto mettere le cose in chiaro e difendere la sua Bahrain-Victorius: come arma ha scelto la fuga da lontano. Ha vinto e questa è la sua seconda vittoria in questo Tour de France e in conferenzalo sloveno non ha nascosto la sua amarezza per quanto accaduto durante la perquisizione alla squadra.
«Quando ho percorso l’ultimo chilometro di gara, ho ripensato alle immagini della polizia in albergo – ha detto Mohoric dopo la sua vittoria –. Mi sono sentito come un criminale e questo non è giusto».
Lo sloveno oggi ha voluto ripercorrere alcuni momenti del blitz che la polizia francese ha fatto nel loro hotel due giorni fa. «Non è stato bello siamo stati trattati da criminali, sono entrati nelle nostre camere e le hanno perquisite, ma a me non hanno portato via nulla, mentre so che ad altri della squadra hanno portato via i telefonini».
Il controllo della polizia è avvenuto al termine della 17a tappa e le perquisizioni sono avvenute quando i corridori stavano in camera o a fare i massaggi. «Sono contento che ci siano dei controlli,è giusto questo, ma è il sistema ad essere sbagliato. Io sono stato disponibile perché non ho nulla da nascondere, ma è la modalità che deve essere assolutamente rivista».
Il campione nazionale sloveno ha fatto la sua corsa, ha voluto vincere per la sua squadra dimostrando che loro sanno conquistare vittoria in modo onesto.
«Non riesco ancora a crederci. Volevo solo provare a fare del mio meglio oggi. Ero consapevole che ci sarebbero state delle fughe e pensavo che Deceuninck e Alpecin controllassero la corsa per arrivare allo sprint. Ma quando ho visto partire un primo gruppo, ho deciso di fare un grande sforzo e andare con loro. Una volta davanti ho parlato con loro e abbiamo cercato di trovare un accordo per andare avanti e lo abbiamo fatto».
La strategia ha funzionato e gli uomini in fuga hanno preso il loro vantaggio, ma Mohoric aveva qualcosa di importante da dimostrare e lo ha fatto.
«Abbiamo scelto il modo migliore per portare la fuga fino alla fine, visto che le squadre dei velocisti non avevano tanti corridori su cui contare. A metà gara un grosso gruppo ci ha preso e lì ho cercato di salvarmi per il finale. Quando Nils ha attaccato in salita, ero al limite, sono quasi esploso. Poi ho piazzato un attacco a mia volta e ho trovato il giusto ritmo per riuscire a raggiungere il traguardo. Avevo sempre meno energie, ma sono riuscito a tenere distanti i miei avversari. E’ incredibile è veramente una grande gioia per me e sono contento di aver vinto per la squadra».
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