Il documentario La Velocità Perfetta (guarda qui il trailer) è stato selezionato all’interno della sezione Notte del Cinema dell’undicesima edizione del Social World Film Festival, la prima Mostra Internazionale del Cinema Social in Italia, volta a dare spazio e visibilità ad opere cinematografiche di cortometraggio e documentario di attualità sociale.
“Sono molto contento di questa prima selezione. Tengo molto a questo documentario, ci abbiamo lavorato tanto e in condizioni non sempre facili. Spero possa essere d’ispirazione per molti e che in qualche modo lasci il segno.“ - Walter Belli.
Il documentario verrà caricato sul nostro portale dedicato alla fruizione online a partire dall’11 luglio fino al 18 Luglio (previa registrazione in piattaforma) www.socialfestival.com/live
IL DOCUMENTARIO
“La Velocità Perfetta” racconta la storia di Walter Belli. Dopo una vita da atleta e campione di downhill, nel 2014 all’apice della mia carriera, ha avuto un brutto incidente cadendo dalla bici. Due settimane dopo si è risvegliato in un mondo diverso. Non riusciva più a muoversi.
“Per tutta la vita ho inseguito la velocità, e ora mi trovo immobilizzato su una sedia a rotelle. Quella di un tetraplegico è spesso la vita di un recluso, di un invisibile. Uscire è un continuo scontro con le barriere architettoniche, i costi dei mezzi di trasporto, l’indifferenza della gente. E anche in casa si dipende sempre dall’aiuto degli altri.
Ma io sono abituato a lottare, come quando torni in sella dopo ogni caduta.
Per questo motivo voglio raccontarvi la mia storia con questo documentario: cosa mi è successo, cosa significa vivere ogni giorno nella mia condizione e come sto ritrovando quella che ho definito la mia ‘velocità perfetta’.”
Walter ora vive a Bardi (PR) con la sua famiglia.
"La Velocità Perfetta non è un numero perché qualunque numero ci limita e la Perfezione non ha limiti... La Velocità Perfetta è Essere nella tua Perfetta Velocità! "
Questa è una citazione presa dal libro preferito di Walter: "Il Gabbiano Jonathan Livingston" di Richard Bach. Un libro che leggeva da bambino e che ora ho riscoperto e fatto mio grazie agli audiolibri. Da qui viene il titolo del documentario
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