Lo sapevano tutti che il finale della tappa di ieri era particolarmente pericolosi. E il CPA, il sindacato dei corridori, aveva chiesto la neutralizzazione degli ultimi cinque chilometri, proprio per evitare cadute. Aso era favorevole alla proposta, ma la Giuria guidata dal presidente Josè Miguel Aranzabal ha detto di no. Ed è successo quel che tutti abbiamo visto.
La conferma arriva dalle parole di Philippe Gilbert: «Sapevamo che la finale era estremamente pericolosa e abbiamo chiesto la neutralizzazione a 5 km come CPA. L'ASO ha accettato la nostra proposta ma i commissari UCI hanno rifiutato»
E lo stesso ha confermato Jacopo Guarnieri a La Gazzetta dello Sport: ««Il sindacato già la sera prima aveva chiesto una neutralizzazione negli ultimi chilometri, l’organizzazione sembrava l’accordo, la giuria l’ha negata. Questa è la risposta che ci è stata data».
Ulteriore conferma, le parole di Ivan Cortina: «Questo finale sembrava una gimkana più che il Tour de France. Sappiamo bene che le strade sono quelle che sono e non ci si può fare niente, però se avessero accettato la richiesta del CPA qualche caduta in meno ci sarebbe stata. Non l'hanno accetata e il risultato è evidente».
Quanto alla pericolosità del percorso, Thierry Gouvenou - che il Tour l'ha disegnato materialmente - spiega: «Purtroppo non sempre si riesce a trovare strade grandi e comode, noi ci proviamo ma non sempre è possbile - ha detto a Ouest France - ma ieri tutti sapevamo della pericolosità della discesa. So che le squadre erano andate a vederla (lo conferma anche Franco Pellizotti nell'intervista che ci ha concesso, ndr), noi avevamo segnalato per bene i pericoli maggior, ma il fatto è che tutti vogliono stare davanti. E siccome ogni leader di squadra è scortato da sei o sette compagni di squadra, ecco che il conto è presto fatto. In più, considerate che non abbiamo più città senza rotonde, spartitraffico o restringimenti stradali. Dieci anni fa c'erano 1100 posti pericolosi sul percorso del Tour, ora ce ne sono 2300. Se i requisiti saranno più severi, non troveremo più un traguardo disposto ad ospitarci».
E ancora: «Sono stato corridore anch'io e so che nella prima settimana del Tour tutti si sentono forti, tutti vogliono vincere, tutti vogliono giocare la propria carta. E la voglia di arrivare molto spesso non ti permette una giusta presa di coscienza...».
Anche il numero uno dell'UCI David Lappartient in una intervista concessa a Radio Ouest France difende il percorso: «Nessuno è felice di vedere le cadute ma riguardate quanto è accaduto ieri: Roglic è caduto da solo, Ewan è caduto da solo, significa che c'è troppo nervosismo che tutti vogliono essere davanti, ma sappiamo bene che non c’è spazio per tutti. Io non credo che quanto è accaduto sia colpa del percorso».