B come Bardet. Nel senso di Romain, ciclista francese della Dsm. Non uno dei più fashion, altrimenti sarebbe stato Bardot. Eppure gode di ampio successo nel pubblico femminile: da quando ha imparato lo slogan del Giro (Amore infinito) lo ripete anche alle cassiere del supermercato. Ha trent’anni e viene dalla Loira: è di quelli bravi a farsi i castelli in aria. Scalatore, è un capitano vero, che lavora per sé e non è disposto a fare il mulo per gli altri: in squadra ricorda di essere Bardet, non bardotto. Pare non abbia mai pagato una cena: quando si esce con lui, si fa alla Romain. E’ al suo primo Giro, dopo aver corso otto Tour, concludendone sette tutti nei primi quindici, un paio sul podio: praticamente, è una delle rare volte che mette il naso fuori di casa. Si riconosce perché è quasi sempre accanto a Caruso: in gruppo, nelle fughe, al foglio firma e pure quando alloggiano nello stesso albergo. Gli avevano detto che al Giro c’era un siciliano sopra i trent’anni in grado di dargli una mano, ma una soltanto: forse ha equivocato. E’ tra quelli che non hanno gradito il taglio del tappone per il maltempo perché si sentiva pronto: era già Bardè. Ora tocca a lui tenere alta l’insegna di Francia: Bar Det. Forse perché ce l’ha scritto sulla maglia: che Dsm voglia dire Dobbiamo Spianare le Montagne?
B come Bernal. Nel senso di Egan, maglia rosa del Giro. Nome completo Egan Arley Bernal Gomez: da piccolo a scuola lo chiamavano Ehi, altrimenti dopo l’appello sarebbe finita l’ora. Arley, invece, è di origine inglese e indica un prato di lepri: non è noto che fine abbiano fatto le altre. Lui fa di tutto per abbinarlo alla moto che lo ispira, soprattutto in salita. Ama l’Italia, dove è sbarcato sette anni fa grazie a un annuncio facebook: per questo dicono che sia un tipo social. Non aveva mai visto il mare: non deve essergli piaciuto, visto che preferisce la montagna. Al Giro, da lui definito la corsa più bella del mondo, si è presentato nella forma migliore (Megan Bernal) e ha incantato tutti (Stregan Bernal). Ha una tattica precisa (Strategan Bernal): prima fa lavorare la squadra (Delegan Bernal), poi castiga i rivali in prima persona (Slegan Bernal). Non risulta che segua diete particolari (Vegan Bernal), è la natura ad averlo fatto così (Ostregan Bernal). E’ attento a ciò che accade in Colombia e impegnato in iniziative a favore della nutrizione infantile: in corsa è stato visto allungare barrette a Evenepoel. Quando conquista le tappe, come a Campo Felice e a Cortina, scambia effusioni sul traguardo con la fidanzata Maria Fernanda: per ricordare che le sue sono vittorie al bacio. Viene inevitabilmente accostato a Pantani: è nato lo stesso giorno, è scalatore, ha esultato a braccia aperte come lui, non gli resta che completare l’opera con orecchino e bandana. Il suo vero avversario resta la schiena, che lo fa soffrire da tempo nonostante non ci abbia messo sopra troppi anni: per questo, è sempre pronto quando in corsa è ora di rompersi la schiena. Vincere in queste condizioni gli rende ancor più merito: tutto si potrà dire di lui, tranne che abbia avuto un gran fondoschiena.