E’ il 24 maggio 2002, al Giro d’Italia si corre sotto al diluvio la dodicesima tappa, Campobasso – Chieti, 205 chilometri costellati di salite. La vince per distacco Denis Lunghi, classe ’76, biellese di Quaregna; precede di 37” il tedesco Bert Grabsch e di 38” Lorenzo Bernucci. Lunghi è l’ultimo piemontese vincitore di tappa al Giro d’Italia prima dell’avvento di Filippo Ganna. Il Piemonte è rimasto dal successo di Lunghi a quello di Ganna del 3 ottobre 2020 (cronometro d’apertura a Palermo) senza vittorie di tappa nella corsa rosa.
“Quello di Chieti 2002 – dichiara Denis – è stato il giorno più bello della mia carriera. Ricordo il boato del pubblico quando ho alzato le braccia di fianco allo Stadio Angelini: roba da brividi”.
La Campobasso-Chieti è partita col sole ma ben presto Giove Pluvio si è scatenato. “Per la mia grande gioia: pioggia, vento e freddo mi esaltavano”. A metà tappa il biellese si è avvantaggiato con Alessandro Bertolini ( “L’avversario che più temevo”), Grabsch, Bernucci e altri. “In fuga c’era un accordo perfetto – puntualizza Denis, allora diretto da Antonio Bevilacqua - tutti facevano l’andatura con vigore”. Nel finale andava ripetuto più volte un circuito caratterizzato dalla salita di Chieti. “A 35 chilometri dall’arrivo, al penultimo assalto dell’erta di Chieti, ho accelerato e non mi hanno più ripreso”.
Il Giro 2002 partì da Groeningen, in Olanda, per celebrare la nascita dell’Euro e fu una corsa ad eliminazione per i favoriti: nel corso delle tappe Garzelli in maglia rosa e Gilberto Simoni vennero tolti di gara per problemi di doping, Francesco Casagrande per scorrettezza plateale ai danni di un colombiano durante uno sprint per il Gran Premio della Montagna. Paolo Savoldelli vinse il Giro 2002.
“Purtroppo non è stato un periodo bello per il ciclismo per il doping”, ammette Denis, che al Giro 2002 si piazzò anche sesto nella tappa in circuito a Lido di Camaiore vinta da Verbrugghe, e quinto a Folgaria (primo Tonkov). “E alla Rovereto – Brescia del terz’ultimo giorno quasi rivincevo per distacco. Era un’altra tappa col circuito finale e io mi sono involato sulla salita del Castello, che aveva il fondo col porfido. Però davanti al gruppo inseguitore s’è messa a tirare l’Acqua e Sapone, squadra di Cipollini, e mi hanno ripreso. Se solo i gregari di Re Leone avessero indugiato non mi avrebbero più ripreso”.
Cipollini trionfò allo sprint e in effetti Re Leone e i gregari griffati Acqua e Sapone in quel Giro erano formidabili. Da professionista Denis ha vinto anche un Giro del Friuli, un Gran Premio di Carnago, una tappa al Giro d’Abruzzo, una al Tour Qinghai Lake in Cina. Ed è arrivato sul podio in classiche preceduto da grandi firme: “Sono arrivato secondo alla Coppa Agostoni 2000 – sottolinea – battuto in volata da Jan Ullrich che era già un mostro sacro e 15 giorni dopo s’è laureato Campione olimpico”. Il forte passista scalatore biellese in carriera ha partecipato a 4 Giri d’Italia una Vuelta a Espana e avrebbe meritato più fortuna. “A fine 2002 ho lasciato la Colpack per passare al Team Alessio”.
Denis alla Colpack stava benissimo, però si trattava di una squadra imperniata sui giovani. La Alessio aveva in organico molti corridori esperti che potevano essere spalle utili alla definitiva consacrazione di Denis, che si avvicinava al 27esimo compleanno. “Purtroppo nel 2003 praticamente la maglia Alessio in gara non l’ho mai indossata: ho avuto la miocardite. Ho trascorso un anno di visite specialistiche controlli vari. Il 2003 è stato un calvario e la mia carriera si è conclusa”. Denis si è rimboccato le mani valorizzando notevolmente l’azienda elettrotecnica paterna, la Semperlux. “Inizialmente ci occupavamo di illuminazione votive, ovvero le luci su tombe e nelle chiese – e negli ultimi anni ci siamo specializzati nel fotovoltaico col quale andiamo alla grande”. Naturalmente Denis continua a seguire il ciclismo: “Spero sia Ciccone a vincere il Giro d’Italia 2021. E’ anche lui un corridore cresciuto alla scuola di Antonio Bevilacqua nella Colpack, come me”. Lo sport è sempre nelle strategie della famiglia Lunghi: “Siamo proprietari di un Centro Sportivo di 6000 metri quadrati. E’ l’ Accademia dello Sport – PalaLunghi a Biella, ora utilizzato da importanti atleti di tante discipline. E come sponsor siamo vicini alle gare giovanili di ciclismo”.
da Tuttosport del 21 maggio
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