G come Garmin. Nel senso di azienda leader nella tecnologia satellitare per lo sport e ogni tipo di spostamento. Nel Paese dei Santi, degli Eroi e dei Poeti, si occupa dei Navigatori. Realizza strumenti di enorme utilità anche nel ciclismo: per i più giovani e per chi è già navigato. I suoi prodotti, noti come Garmin e non come computerini, tengono monitorato il rendimento di un atleta, ne archiviano i dati (riepiloGarmin), lo incentivano a migliorarsi (istiGarmin) e gli sottolineano le prestazioni peggiori (fustiGarmin). Funzionano in qualsiasi condizione, anche le più difficili, compreso quando nelle vicinanze c’è Sgarbozza che vuol spiegare una tattica di gara. Per il Giro di quest’anno sono stati forniti ai ciclisti modelli avanzatissimi: segnalano l’addetto con la bandierina davanti agli spartitraffico, le zone in cui buttare le borracce, dove togliersi o mettersi la mantellina, dove far pipì e dove c’è il rischio di incontrare gli inviati Rai. E’ in fase di studio un congegno anche per indicare sul display ad un atleta se lanciarsi all’attacco seguendo l’istinto (sfoGarmin) oppure correre in modo più calcolato (proroGarmin), con un allarme che gli fa notare quando si muove a vanvera (girovaGarmin). Gli esemplari più avanzati sono dotati di una sezione in cui, in caso di tappa noiosa, si può andar su Internet e navigare. Possono rivelarsi fondamentale in particolari fasi della corsa, come sullo sterrato, dove in caso di polverone permettono agli atleti di andare avanti in volo cieco: chi invece vola perché non vede una buca, è cieco e basta.
M come Marengo. Nel senso di Umberto, ciclista della Bardiani Csf Faizanè. Ha un nome importante, da re e da taglio di capelli. Ha un cognome da battaglia: è per quello che corre con la baionetta. Si ispira al Risorgimento e al compagno Battaglin. Ha un cognome che indica anche un tipo di conio di inizio Ottocento: per questioni anagrafiche, quando ti ripaga non lo fa con la stessa moneta. Piemontese, vive a Collegno, dove i suoi concittadini lo ricordano bene: durante il lockdown faceva le consegne in bici, gelati quando doveva allenarsi sulla velocità, spesa e pacchi quando c’era bisogno di lavorare sulla potenza. E’ il corridore ideale in un team che ha come principale divertimento quello di agitare la corsa: è il gioco di squadra. Siccome ha dichiarato ‘mi piace star fuori’, l’hanno preso alla lettera. E’ quello che in squadra al Giro è andato in fuga più di tutti, con oltre 400 chilometri all’attacco: nel giorno di riposo l’hanno portato a fare il tagliando. Scambiato per una Fiat Marengo, in officina si è sentito definire ‘un modello che purtroppo non fanno più’: l’ha preso come un complimento. Adesso che arrivano le grandi salite, la Bardiani Csf Faizanè cambierà strategia e correrà più coperta: quest’anno niente montagna, solo Marengo.
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