Sarà l'anno di Mikel Landa? Il basco ormai da diversi anni è atteso alla grande vittoria nei palcoscenici più prestigiosi e al Giro d'Italia il miglior risultato è rimasto quello del 2015, quando chiuse terzo da scudiero di Fabio Aru, secondo alle spalle di Alberto Contador. Nel mezzo tanti piazzamenti, tante cadute, tanti attacchi in salita e, purtroppo per lui, tante beffe.
Quest'anno però parte in prima fila, con tante ambizioni e come capitano unico della Bahrain Victorious. «Ho un'altra grande opportunità, i rivali li vedo più vicini che mai -spiega Landa in conferenza stampa -. Dovrò avere un po' di fortuna per riuscire a dare il meglio di me. E per fortuna c'è poca cronometro, anche se comunque i rivali più accreditati non sono comunque dei grandi specialisti come me. Ormai ho diversi anni di esperienza alle spalle, spero di aver imparato dagli errori commessi in passato». Landa è ormai diventato un'icona per i tifosi, per il suo talento ma anche per la sua sfortuna, tanto che ormai si è creato un vero e proprio movimento, il "Landismo". «Non mi stanco mai del 'Landismo', la gente si diverte ed è come corresse con me e questo mi piace molto».
La squadra araba si presenta coi suoi pezzi da novanta: «Abbiamo una grande squadra, oltre a Pello Bilbao c'è anche Damiano Caruso e altri uomini forti. Con Pello siamo amici e questo sicuramente rende più facile coordinarci».
L'ex Astana ha bene in testa chi saranno gli uomini da tenere d'occhio: «Yates arriva molto bene, Bernal ad inizio stagione andava molto forte. Saranno loro i punti di riferimento, anche se personalmente credo che anche Hugh Carthy sarà molto pericoloso».