Prosegue nel ciclismo la storia del bustocco Dario Andriotto, 48 anni, che dopo una lunga carriera agonistica che lo ha visto professionista dal 1995 al 2010, si è dedicato all’attività di tecnico e dallo scorso anno fa parte dello staff dell’attuale Eolo Kometa di Alberto Contador e Ivan Basso.
Andriotto passò professionista da campione del mondo, avendo conquistato il titolo coll quartetto della 100 km a cronometro, nel ’94 a Palermo assieme a Gianfranco Contri, Luca Colombo e Cristian Salvato. Correva per la Mobiexport Fanini del presidente Giancarlo Casani, l'allora serbatoio giovanile di Amore & Vita, la squadra professionistica di patron Ivano Fanini.
Nel ’95 l’approdo nel professionismo e le prime vittorie. La prima nella cronocoppie del G.P. d'Europa assieme a Vitalij Kokorin, bissata nel ’97 in coppia con Cristian Salvato (attuale presidente dell'ACCPI), che lo misero in luce come uno dei più forti cronometristi europei. Il 1997 è stato l'anno magico della sua carriera: con la maglia di Amore & Vita colse 4 successi fra cui il titolo italiano crono individuale, il G.P. Nobili Rubinetterie e l'ottava ed ultima tappa - una cronometro individuale - del Tour de Pologne.
«Ricordo molto bene l'ultima tappa di Cracovia - dice Dario -perché il diesse Giuseppe Lanzoni alla vigilia voleva che puntassi alla classifica. Gli risposi che avrei rischiato di rimanere con un pugno di mosche in mano, magari finendo soltanto con un piazzamento. Così ottenni di correre il giro senza forzare riservando energie per l'ultima tappa a cronometro, promettendo di vincerla perché contro il tempo mi sentivo più sicuro. Quando a Cracovia mantenni la promessa fu per me una emozione indimenticabile. Vincere a cronometro mi ha sempre dato grande emozione. E ricordo la reazione entusiasta di Ivano Fanini: il presidente mi trasmetteva coraggio, autostima e sicurezza».
ALLA CORTE DI FANINI. «Ivano Fanini - sottolinea Andriotto - è un vulcano, un trascinatore che dalla sua scrivania ti dà una carica notevole. Con Amore e Vita ho imparato molto. A 22 anni passai professionista con la squadra lucchese, imparai con loro le regole del ciclismo. Con Fanini sono stati quattro anni stupendi: non ti proponeva stipendi elevati, ma quello che ti prometteva ti dava e non sempre era così in altre squadre. Dopo Amore e Vita passai ad uno squadrone come la Saeco, mettendomi a disposizione di grandi campioni come Mario Cipollini e di Paolo Savoldelli. A volte contribuivo a tirare le volate a Super Mario che ritrovai qualche anno dopo alla Liquigas. Ho portato a termine 6 giri d'Italia e un Tour de France, chiudendo la carriera nel 2010 con Acqua e Sapone».
TALENT SCOUT DI BASSO E CONTADOR. Una esperienza affascinante Andriotto la sta vivendo alla Eolo Kometa, la squadra della Fondazione Alberto Contador, uno fra i più grandi campioni di sempre, uno dei sette corridori ad aver vinto almeno una volta Giro, Tour e Vuelta. Uno dei soli due corridori, assieme a Bernard Hinault, ad averle vinto almeno due volte tutte e tre.
«Questa esperienza mi sta affascinando - conclude l'ex cronomen - perché ho il compito di individuare nuovi corridori. Dopo aver seguito già dalla categoria juniores il milanese Stefano Oldani (oggi alla Lotto Soudal ndr) che diverrà nei prossimi anni uno fra i corridori più forti nelle corse di un giorno, questa nuova avventura in un grande team come Eolo Kometa mi consente di individuare ciclisti promettenti da valorizzare e lanciare, seguendoli sotto ogni aspetto. Ho anche l'opportunità di maturare la mia esperienza di direttore sportivo stando a stretto contatto con Stefano Zanatta, il tecnico che ha lanciato alla Liquigas campionissimi come Nibali e Sagan. Abbiamo una squadra giovane con due ciclisti di esperienza come Gavazzi e Belletti a fare da chioccia. Siamo fiduciosi della crescita dei numerosi giovani che abbiamo a disposizione».
da La Gazzetta di Lucca