E’ il 15 aprile 2001, si corre l’infernale Parigi-Roubaix. Per il toscano Franco Ballerini è l’ultima corsa della carriera professionistica. Ballerini ha la maglia della Mapei-Quick Step e molti riflettori addosso: la Roubaix è la sua gara. Nel 1993 arrivò secondo, battuto al photofinish dall’inossidabile francese Gilbert Duclos Lassalle. Però Franco riuscì a trionfare a Roubaix in maglia Mapei nel 1995 e nel ’98. In occasione del suo successo nel 1998 ci fu la seconda tripletta-podio Mapei: secondo si piazzò Andrea Tafi e terzo Wilfried Peeters (Belgio).
Alla Roubaix 2001 la Mapei è favorita in virtù delle cinque vittorie ottenute nelle sei precedenti eidizioni. Tuttavia il 15 aprile 2001 è la Domo, nuova squadra del manager Patrick Lefevere, a piazzare 4 uomini nelle prime cinque posizioni; favorito da strategie geopolitiche di team trionfa l’olandese Servais Knaven, secondo è il belga Johan Museeuw a 34”, terzo il Campione del Mondo Romans Vainsteins a 41”. E per la squadra di Lefevere c’è altresì la quinta posizione di Peeters. I corridori che giungono all’arrivo dopo ore di freddo, pioggia e terribile pavè sono maschere di fango.
Dopo anni di dominio la Mapei è assente dalle parti nobili dell’ordine d’arrivo, ma al pubblico dello storico velodromo francese poco importa: Franco Ballerini percorre un giro d’onore speciale avvolto dagli applausi. Tutti in piedi per lui che conclude la carriera con la maglia aperta mostrando una t-shirt con lo slogan “Merci Roubaix”. I sostenitori del campione vorrebbero che quel giro d’onore non finisse mai. Da quelle ultime pedalate del campione originario del Mugello sono passati esattamente vent’anni.
Si trattò dunque di un addio “agrodolce” poiché il pubblico dimostrò amore per lui, tuttavia fece scalpore l’assenza di corridori Mapei-Quick Step nelle prime dieci posizioni. In particolare i varesini Stefano Zanini e Daniele Nardello erano segnalati in gran forma dal dottor Claudio Pecci, medico della squadra e ora direttore responsabile del Mapei Sport di Olgiate Olona. Gran parte dei tifosi del gruppo a cubetti alla Roubaix 2001 si aspettavano l’acuto vincente di “Gladiatore” Tafi, primo già nell’edizione 1999, o chiaramente di Ballerini.
“Non tutte le edizioni della Roubaix possono essere uguali - fa notare Tafi, che nella storia della classica vanta un primo, un secondo e un terzo posto - e per noi della Mapei quella del 2001 è da dimenticare, condizionata molto dalla pioggia delle prime ore. Le condizioni meteo non ci hanno aiutati ad ottenere il risultato che noi e i tifosi auspicavamo. Volevamo fermamente la sesta vittoria del team a Roubaix e le prerogative per fare bella figura c’erano tutte. Io, Ballerini e gli altri italiani della Mapei abbiamo sofferto pioggia e freddo maggiormente rispetto a olandesi e belgi più abituati di noi a convivere in primavera con umidità, temperature basse, fondo sdrucciolevole. Da parte nostra quella del 2001 venne ritenuta Roubaix da anno sabbatico”.
Senza vittoria Ballerini ci rimase male: “Normale per uno come Franco - continua Tafi, anch’egli toscano - che pur avendo ottenuto molto dalla carriera voleva regalare ai tifosi l’ennesima grande gioia. In quelle annate Franco ha fatto cose bellissime e tutta la Mapei è stata fantastica”.
Dopo quella Parigi-Roubaix, il “Ballero” ha lavorato nello staff Mapei come addetto alle pubbliche relazioni, ma solo per 3 mesi. “Franco, ti voglio commissario tecnico della Nazionale italiana dei professionisti. Vieni a lavorare nello staff federale”, gli disse al telefono Giancarlo Ceruti, allora presidente della Federazione Ciclistica Italiana. Naturalmente Ceruti fece la proposta a Franco dopo un dialogo con patron Giorgio Squinzi, amministratore unico Mapei. “Ballerini – disse il dottor Squinzi - ora è public relation del team e il nostro progetto prevede per lui un ruolo da team manager in futuro. Lo riteniamo importante anche perché sa farsi rispettare senza alzare la voce. Tuttavia se Franco deciderà di diventare ct dell’Italia noi non ci opporremo”. E “Ballero” scelse la maglia della Nazionale diventando il ct italiano più vincente della recente storia del ciclismo. Doveva subito creare la Nazionale per il Mondiale di Lisbona 2001 e per osservare e valutare gli azzurrabili debuttò l’otto agosto in ammiraglia al Gran Premio di Camaiore vinto da Michele Bartoli della Mapei-Quick Step. Nell’occasione Adriano De Zan fece la sua ultima telecronaca al microfono Rai.
Nel suo primo Mondiale da commissario tecnico Ballerini sfiorò la vittoria con Paolino Bettini che arrivò secondo preceduto per pochi centimetri dallo spagnolo Oscar Freire. Bettini e Freire erano compagni di squadra nella Mapei.
Il 13 ottobre 2002 è arrivata la prima maglia iridata per l’Italia della gestione Ballerini grazie allo sprint vincente di “Re Leone” Mario Cipollini all’autodromo di Zolder davanti a Robbie McEwen, Erik Zabel e gli altri velocisti. L’Italia si dimostrò macchina perfetta nel pilotare Mario. Nel 2004 Paolo Bettini regalò al ct e all’Italia la medaglia d’oro nella corsa su strada dell’Olimpiade di Atene. Paolo vinse in volata davanti al compagno di fuga Sergio Paulinho. E poi Bettini si aggiudicò i Mondiali di Salisburgo 2006 e Stoccarda 2007. Il Mondiale di Varese ha rappresentato l’apoteosi per il ct Ballerini: primo Alessandro Ballan, secondo Damiano Cunego, oro e argento nell’indimenticabile 28 settembre 2008. Franco ha trionfato da corridore e ct, ma il sette febbraio 2010 ha perso la corsa della vita in automobile partecipando da navigatore al rally di Larciano. Benchè da quel giorno Franco sia lassù, noi lo sentiamo sempre vicino.
ORDINE D’ARRIVO ROUBAIX 2001 - 1. Servais Knaven (Olanda; Domo ) km 254,500 in 6 h 45’, media 37, 704 orari; 2. Johan Museeuw ( Domo; Belgio) a 34”; 3. Romans Vainsteins ( Domo; Lettonia) a 41”; 4. George Hincapie ( US Postal ; Usa); 5. Wilfried Peeters (Domo; Belgio); 6. Ludo Dierckxens (Lampre-Daikin; Belgio); 7. Steffen Wesemann (Telekom; Germania); 8. Andrej Tchmil (Lotto; Russia) a 2’35”; 9. Chris Peers (Cofidis; Belgio); 10. Rolf Sorensen (CSC; Danimarca) a 2’59”.
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