I CORRIDORI COME HANNO GESTITO IL LOCKDOWN? LO SPIEGA UNA RICERCA PSICOLOGICA

PSICOLOGIA | 01/04/2021 | 08:15
di Giulia De Maio

Nel mese di marzo 2020, a causa dell’epidemia da Covid-19, i calendari delle competizioni sportive sono stati improvvisamente cancellati in tutto il mondo, compromettendo così i programmi di allenamento degli atleti. In quel periodo in Italia è stata vietata ogni forma di spostamento non essenziale all’interno del Paese. Ai ciclisti italiani è stata completamente preclusa la possibilità di lasciare le proprie abitazioni e quindi di svolgere le consuete attività di allenamento.


L'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI) ha notato che diversi ciclisti stavano accusando una preoccupante riduzione del loro benessere mentale e ha chiesto ad un gruppo di psicologi dello sport di strutturare un intervento di supporto degli aspetti mentali degli atleti, da proporre durante il lockdown. Come si legge su www.accpi.it la richiesta del sindacato dei corridori è diventata una ricerca-intervento: il gruppo di psicologi dello sport ha organizzato una serie di webinar destinati ai ciclisti professionisti italiani, ha valutato i loro aspetti mentali durante il lockdown e, infine, ha misurato i cambiamenti avvenuti dopo l’intervento di supporto psico-sportivo. Come primo step è stata validata scientificamente la versione italiana di un questionario internazionale per la misura degli aspetti mentali negli atleti, denominato Sport Mental Health Continuum Short Form (Sport MHC-SF). L’attendibilità e la validità della versione italiana del questionario sono state testate nello step 1, attraverso una serie di procedimenti statistici basati sulle risposte fornite al questionario da un gruppo di 185 atleti italiani di diverse discipline sportive.


Successivamente, il questionario validato è stato somministrato ad un gruppo di ciclisti professionisti italiani, prima e dopo l’intervento. I risultati hanno evidenziato che dopo aver partecipato all’intervento di supporto psico-sportivo, i ciclisti erano maggiormente in grado di fronteggiare i fattori di stress dovuti al lockdown (senso di isolamento, impossibilità di allenarsi, rabbia, frustrazione) mostrando un benessere psicologico maggiore rispetto agli atleti che non avevano partecipato all’intervento. Questo studio consente di avere a disposizione uno strumento (Sport MHC-SF) per misurare il benessere degli atleti. Inoltre, evidenzia l’utilità degli interventi di supporto psico-sportivo nelle situazioni di confinamento forzato simili a quella del lockdown che si possono presentare nella carriera di un atleta a causa, ad esempio, di infortuni o di malattie.

Per leggere l’articolo completo: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyg.2021.607152/full

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COMMENTI
lockdown
1 aprile 2021 10:58 mandcu
chi aveva possibilità è sempre uscito.. ma voi pensate ancora che si allenassero su zwift..

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