E’ mercoledì 4 aprile 1979 e in Belgio si corre la Gand-Wevelgem, classica nobile e antica. La gara è di 252 chilometri e partecipano tutti i migliori passisti veloci. La classica fiamminga si risolve con lo sprint tra cinque grandi fuggitivi: primo il trentino Francesco Moser, secondo Roger De Vlaeminck (Belgio), terzo Jan Raas (Olanda), quarto Marc Demeyer (Belgio), quinto Henk Lubberding (Olanda). Moser è il primo italiano che si aggiudica la “Wevelgem” e l’ordine d’arrivo dell’edizione 1979 è da antologia anche perché arricchito dalla sesta posizione di Daniel Willems (regolò gli inseguitori allo sprint dopo 31”), allora molto quotato, dall’ ottava di Bernard Hinault e con Hennie Kuiper decimo.
In quei giorni “Checco” Moser volava e il primo aprile aveva perso il Giro delle Fiandre per colpa dello staff della Ijsboerke-Warncke Eis, la squadra del tedesco Didi Thurau. “Fecero una cosa degna della prigione – esclama Francesco – andando in testa al gruppo a cambiare la ruota a Thurau che aveva forato. Non si poteva effettuare il cambio in testa al gruppo. Il meccanico della Ijsboerke dopo l’intervento alla bici per tornare all’ammiraglia mi ha attraversato la strada correndo su un tratto in salita, e chiaramente non me l’aspettavo. Io me lo sono trovato addosso finendo a terra. Non ho riportato gravi danni, solo un taglio all’arcata sopraccigliare, però addio vittoria. Nelle corse del Belgio in quell’epoca ne combinavano di tutti i colori”. Quel Fiandre se l’aggiudicò Raas, comunque corridore di sangue blu.
“Il cast dei partenti alla Gand Wevelgem 1979 – sottolinea Moser – era veramente un parterre des rois in una giornata splendida”. Quell’edizione era di 252 chilometri. “Io, De Vlaeminck, Raas, Demeyer e Lubberding ci siamo avvantaggiati a circa 25 chilometri dalla conclusione, dopo il Monte Kemmel”. La Ti-Raleigh aveva due corridori al comando, Raas e Lubberding, contro Moser della Sanson – Luxor, De Vlaeminck della Gis e Demeyer alfiere Flandria. “In quell’epoca – fa notare Francesco – per una squadra avere due corridori nella fuga decisiva era una rarità. Quasi sempre in una classica davanti ci rimaneva solo il capitano del team, in quel caso io, Roger e Demeyer. Non era come adesso con squadre che hanno 3 capitani per le classiche e due o tre anche per le corse a tappe”. Verso Wevelgem molti davano De Vlaeminck favorito per la vittoria. “Teoricamente Roger era favorito anche per fattore campo – ammette Francesco-; però io in volata l’avevo già battuto al Giro di Toscana ’77 e nella tappa Cefalù-Messina del Giro d’Italia ’76. A Messina Roger aveva tutta la sua squadra, la potente Brooklin che lo pilotava, e io vinsi comunque la tappa. Anche al Giro della Provincia di Reggio Calabria del ’74 avevo vinto allo sprint davanti a lui. De Vlaeminck in volata era fortissimo comunque se stavo bene con lui potevo giocarmela”. E Francesco ci riuscì pure a Wevelgem ‘79. “Il rettilineo d’arrivo era molto lungo – continua Francesco - ideale per la mia volata. Ho impostato lo sprint sulla ruota di Roger che quando ha intuito che lo rimontavo ha tentato di buttarmi sulla destra contro il muro dei fotografi. Chiuso sulla destra ho rischiato di cadere e malgrado ciò l’ho superato lo stesso vincendo”.
Domenica 8 aprile ’79 Moser ha concesso il bis trionfando per distacco nell’infernale Parigi-Roubaix, con De Vlaeminck secondo. “Peccato per quanto accadde al Fiandre 1979 – ribadisce Francesco – perchè avevo veramente la possibilità di centrare un tris favoloso nell’arco di otto giorni”. Relativamente alla Gand-Wevelgem, che venne creata da George Matthys nel 1934, dopo Moser per l’Italia l’hanno vinta anche “Guidone” Bontempi nel 1984 e ’86, Re Leone Cipollini nel ’92, 93 e 2002, e Luca Paolini nel 2015. A Wevelgem la serie di vittorie per “Pedale Azzurro” è iniziata tardi tuttavia nel bilancio globale l’Italia con sette successi è seconda solo al Belgio, a quota 49. Malgrado il problema Covid l’anno scorso la gara si è svolta regolarmente, vinta da Mads Pedersen. Quella che andrà in scena domenica 28 marzo sarà l’edizione numero 83: la corsa non ha avuto svolgimento negli anni della seconda guerra mondiale.